Scacco matto in tre mosse
Ogni derby ha i suoi eroi. In quello di domenica sono stati Ranieri, ormai per tutti il «divo Claudio»; Julio Sergio, che è diventato il terzo numero uno giallorosso a parare un rigore nel derby dopo due illustri predecessori come Tancredi (che lo respinse a Giordano) e Antonioli (che lo prese a Mihajlovic), fatalità i due portieri degli ultimi due scudetti romanisti e Mirko Vucinic, alla sua prima doppietta nella stracittadina. Grazie a loro la Roma è riuscita a ribaltare l'1-0 del primo tempo. Tutto è cominciato con i cambi effettuati da Ranieri nell'intervallo. Due sostituzioni da uomo coraggioso qual è che gli servivano per ridisegnare la squadra in campo (troppe quelle tre punte che lasciavano la zona mediana tutta alla Lazio, forte dei suoi cinque centrocampisti) e per sostituire i due capitani, romani e romanisti, per di più ammoniti, che stavano sentendo troppo la gara. Una correzione in corsa che ha confermato quanto è bravo Ranieri nel leggere la partita, come aveva dimostrato anche in passato a cominciare proprio dal suo esordio con i giallorossi a Siena, quando al 62' inserì Riise (che poi segnò la punizione della vittoria) al posto di Juan. E con i senesi replicò anche nel ritorno, in cui risultarono decisivi gli inserimenti di Pit e Okaka al posto di Taddei e Brighi. Bene anche nel big-match con l'Inter, quando l'ingresso di Taddei al posto di Menez propiziò il gol di Toni. Insomma, il «divo Claudio» è bravo e fortunato. Doti fondamentali per essere allenatori vincenti. Ma i suoi cambi nell'intervallo del derby non avrebbero sortito effetto senza il rigore parato da Julio Sergio a Floccari al 1' della ripresa. E il portiere è di nuovo salito alla ribalta. Con le sue strepitose parate quasi sempre decisive, ha già regalato qualcosa come trenta punti alla Roma. Oltre a quel rigore, infatti, di Julio Sergio ricordiamo la parata strepitosa su Mauri nel derby di andata sullo 0-0, quelle contro il Bari su Barreto all'andata e al ritorno, l'uscita su Milito contro l'Inter e quella su Huntelaar col Milan e le tante parate di Firenze che fecero da preludio al gol di Vucinic. Proprio come nel derby. Bertagnoli (come lo chiama Ranieri) para e il montenegrino risponde. Uno slogan che alla Roma 2009-2010 piace moltissimo. Anche Vucinic, con le sue 13 reti (tante quante quelle di Montella nel torneo dell'ultimo scudetto giallorosso), ha regalato molti punti pesanti alla squadra: ventisei, per la precisione. E da quando si è svegliato (1-11-2009, undicesima giornata, Roma-Bologna 2-1, gara della sua prima rete in questo campionato) non si è più fermato e i giallorossi hanno cominciato a volare. Ranieri, Julio Sergio, Vucinic. Tre storie meravigliose per questa Roma da primato.