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Ranieri pigliatutto

Claudio Ranieri

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A caccia della quinta finale di coppa Italia negli ultimi sei anni: e sempre contro l'Inter. L'obiettivo di Ranieri è chiaro, la stella d'argento per il decimo trofeo nella storia della Roma. Archiviata la pratica derby con tutti gli strascichi di polemiche a seguito, il tecnico giallorosso si rituffa nell'attualità. Accantona per un momento le priorità imposte dal campionato e da una classifica che vede di nuovo la Roma in vetta e mette la testa su una coppa Italia che resta uno degli obiettivi stagionali: soprattutto per quella finale, così appetibile, all'Olimpico il prossimo 5 maggio sempre contro l'Inter. «Una partita che si gioca nella nostra città - dice il tecnico - mi sentirei male a non esserci». La Roma, questo pomeriggio al Friuli, riparte dal 2-0 dell'andata. Ma Ranieri alla vigilia vola basso, sa benissimo quanto sia pericolosa in una città come Roma l'euforia post-derby e chiede concentrazione ai suoi in vista di una gara che sarà tutt'altro che semplice da giocare. E proprio per questo non farà ricorso a un turn over massiccio, ma manderà in campo la Roma migliore. «Non faccio turn over - spiega Ranieri - ma valuterò bene tutta la situazione dei ragazzi, ho un gran gruppo a disposizione. So che l'Udinese ci sta aspettando per cercare di batterci e andare in finale di Coppa Italia e quindi partecipare alla prossima coppa europea. Ma noi dobbiamo andare in finale ed essere determinati e concentrati come sempre». Un passaggio inevitabile sul gesto di Totti che ha tenuto banco a Roma nelle ultime ore. Ranieri smorza i toni e chiude la questione. «Gli sfottò nel derby ci sono sempre stati, soprattutto in quello romano. Ho sentito parecchie voci e mi è piaciuta molto quella di Di Canio, giocatore e tifoso della Lazio che fece un altro tipo di gesto. Mettiamo il caso che avessero vinto i laziali e avessero avuto sotto una maglietta con scritto "scudetto game over", immaginiamo... (dice ben sapendo che era proprio così, ndr) Fa tutto parte dello spettacolo. Francesco ha chiesto scusa e finiamola qui. A Roma sappiamo cos'è il derby, è stata una bella partita: anzi non bello ma vibrante, pieno di pathos». Una partita nella quale Ranieri ha dimostrato di avere coraggio, ma soprattutto, molto bene in mano le redini della squadra: come in occasione del cambio di Totti e De Rossi, minimizza. «Non mi sento di aver fatto nulla di coraggioso. Il coraggio è un'altra cosa, ho cercato di essere lucido e ho fatto una scelta, perché era quella che pensavo in quel momento fosse la cosa più giusta, l'ho fatta punto e basta. Io dico che la forza della squadra è il gruppo. Avete visto Totti e De Rossi? Sono subito corsi in panchina senza farsi la doccia. Questo è un gruppo magnifico. La cosa importante è aver capito l'allenatore che faceva il bene per la Roma. Fortuna? Mai visto un vincente non fortunato. Mai. Uno sfigato non vince mai niente». E l'invariata fiducia nei due leader romani è confermata dal fatto che a Udine ripartirà proprio da loro. Totti e De Rossi (diffidato insieme a Pizarro) partiranno titolari, così come Mexes in difesa al posto di Juan, mentre un turno di riposo verrà dato a Pizarro, Perrotta e a Toni in attacco (ma c'è anche un ballottaggio Vucinic-Baptista): dentro Menez... di sicuro.

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