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Occhio alle Cassanate

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Antonio Cassano

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Il «non succede, ma se succede...» che ha alimentato questo fine di stagione, vigilia del derby compresa, sta lasciando lentamente il posto al «occhio alle cassanate eh...!!!». Nel cuore e nella testa dei tifsi romanisti è partito un altro tomentone ora che l'obiettivo scudetto si inizia davvero a intravedere. Trecentosessanta minuti di sofferenza separano la Roma dalla conquista del quarto tricolore della sua storia e già i caroselli post-derby hanno fatto intravedere cosa può succedere in città qualora il sogno diventasse realtà. Ma tra le insidie che si nascondono in queste quattro gare che la Roma dovrà giocare per centrare l'obiettivo finale, è innegabile che quella più corposa è la Samp che domenica sera arriverà all'Olimpico. Una squadra in grande ripresa che ha a sua volta in grande obiettivo nel mirino: la Champions League che significa tanti soldi e un prestigio ormai dimenticato per i doriani che restano aggrappati con i ricordi all'epoca d'oro di Vialli e Mancini. Ma l'immaginazione dei tifosi è fervida e se i romanisti sognano sulle prodezze di un Vucinic in condizione stellare e di un gruppo affiatato come mai, quelli blucerchiati hanno un signore che si chiama Cassano ad alimentare le loro fantasie. E a Roma Cassano lo si conosce bene. Talento assoluto che ha lasciato un segno, nel bene e nel male, all'interno delle mura capitoline. Uomo capace di infiammare la piazza con una giocata, di mettere a sedere qualsiasi difesa e di cambiare da solo una gara. Sarà una sfida difficile anche per lui che aveva lasciato la capitale malissimo, in rottura con colui che lo aveva adottato in città come un fratello minore: Francesco Totti. Cassano ha cercato, voluto e infine ottenuto la pace con il capitano giallorosso e tra i due, che insieme ne hanno combinate molte ai tempi della Roma di Capello, è tornato a scorrere buon sangue. Calcisticamente parlano la stessa lingua, quella dei fenomeni che danno del tu al pallone e viaggiano su un'altra dimensione. Non è un caso che al top della loro simbiosi calcistica, abbiano regalato momenti di grande calcio non solo ai tifosi romanisti ma a tutti gli appassionati di questo sport incredibile. Ora, proprio lui, potrebbe far risvegliare la Roma del sogno e rigettarla nell'incubo dell'inseguimentoa un'Inter che da qui alla fine difficilmente concederà ai giallorossi un'altra occasione. «Dipende solo da noi» continua a tuonare giustamente Ranieri, ma il fattore-Cassano è di quelli che non posso essere inseriti in nessun consuntivo. Servirà attenzione, concentrazione, ma soprattutto Roma dovrà sperare che il folletto barese abbia lasciato un pezzo del suo cuore in questa città. Nessuno sconto ovviamente, ma solo la consapevolezza che per una volta, può far sognare una città anche senza fare il fenomeno. Il resto è discesa, almeno sulla carta, perché la storia insegna che non ci si può fidare di nessuno. Cassano è un pericolo certo, ma le trasferte di Parma e Chievo lo sono altrettanto, per non parlare di quel Roma-Cagliari della penultima giornata, che assomiglia maledettamente a una partita col Lecce rimasta scolpita tra le disgrazie giallorosse. Con quel Daniele Conti che con papà Bruno ha, almeno calcisticamente, poco in comune e che alla Roma ha già fatto fin troppo male... per il cognome che porta.  

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