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Lazio, niente stangata

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L'allenatore della Lazio Reja

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È andata bene, giusto così. Perché se qualcuno ha esagerato nel derby (da una parte e dall'altra), alla fine i problemi in campo sono rimasti circoscritti a episodi censurabili ma non di straordinaria violenza. Tagliavento, odiatissimo «cut the wind» (traduzione inglese del suo cognome) dalla gente laziale non ha infierito. Da parte biancoceleste si contestano le mancate espulsioni di De Rossi e Totti, un atteggiamento di grande tutela per i giallorossi mentre a Ledesma e Co. non è stato riservato lo stesso trattamento. Dopo tutto questo disastro, peraltro prevedibile con i precedenti imbarazzanti del fischietto ternano post Calciopoli, non ha calcato la mano nei referti. Niente stangata grazie anche al lavoro della società. Lotito, che pure avrebbe voluto parlare, è rimasto in silenzio nonostante non abbia gradito prima la designazione e poi la direzione di Tagliavento. Si è rimesso alla decisioni della giustizia sportiva che è stata corretta anche nell'utilizzo della prova tv per Radu. Catalogare lo sgambetto appena abbozzato come atto violento (elemento necessario per l'utilizzo della prova tv) sarebbe stato ridicolo e così la Procura Federale non ha squalificato Radu che sarà regolarmente al suo posto a Marassi contro il Genoa. Dunque Tagliavento non cambierà le carte in tavola nella volata salvezza della Lazio. Due giornate a Ledesma e una Kolarov, il minimo della pena per l'argentino, diffidato e ammonito (un turno) e poi espulso con il rosso diretto per l'applauso ironico all'ennesima decisione sbagliata dell'arbitro. Il serbo, anche lui diffidato, paga con un turno il cartellino giallo rimediato in occasione del rigore concesso a Taddei. Fin qui quello che si era visto sul campo, poi c'erano stati altri piccoli episodi che avevano coinvolto Baronio e Zarate mentre Brocchi aveva espresso dissenso nei confronti della direzione di gara in modo civile. Ebbene gli ispettori della Figc hanno multato di cinque mila euro Baronio per aver «rivolto ad un calciatore avversario un'espressione minacciosa; infrazione rilevata dai collaboratori della Procura federale». In pratica l'insulto a Totti che poi avrebbe scatenato la reazione del capitano romanista col gesto del «pollice verso il basso». Poi, Zarate ha rimediato un'ammonizione e multa di 8.000 euro per «aver calciato al termine della gara con veemenza il pallone verso un gruppo di calciatori avversari, colpendone una alla schiena». Infine la società è stata multata di 40.000 euro «per i gravi scontri avvenuti fra le tifoserie prima e dopo la partita e per e lanci di oggetti in campo e l'eplosione di petardi e accensione di fumogeni. Alla fine il conto e salato ma perlomeno al danno non si è aggiunta la beffa. Ora c'è solo da restare sereni, rimettere insieme i cocci e ripartire da quel primo tempo perfetto che aveva messo all'angolo la Roma. Certo, a Genova, non ci saranno Ledesma e Kolarov ma per come si erano messe le cose le defezioni avrebbero potuto essere molto più gravi. Ora servono 4-5 punti in queste ultime gare per certificare la salvezza e mettersi alle spalle un'amarezza difficile da cancellare.

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