L'Inter non molla
Juventus e Roma hanno sperato di bloccare l'Inter: una prodezza nel finale di Maicon, seguita poi dal raddoppio di Eto'o, ha però permesso ai campioni d'Italia di tornare in testa alla classifica e di mettersi comodamente seduti in attesa del derby della capitale. Quanto alla Juve il ko di ieri, arrivato al termine di una prestazione più che dignitosa e per di più in inferiorità numerica, ne ufficializza il quasi certo addio al quarto posto. La Juve cominciava forte, addirittura fortissimo: Diego subito titolare, Del Piero era bello tonico e persino Iaquinta mostrava progressi impensabili. Quadrata in campo, viva atleticamente, la Juve sfiorava il vantaggio con Del Piero che però trovava Julio Cesar pronto alla parata. L'Inter aspettava, acquattata nella propria metà campo nonostante il 4-2-1-3 che Mourinho ormai propone come proprio marchio di fabbrica. Quando però i nerazzurri alzavano il ritmo, il match cambiava: Sissoko si innervosiva e beccava il primo giallo per un mezzo litigio con Thiago Motta – pericoloso anche con un tiro dalla distanza sul quale Buffon si faceva trovare pronto - in mezzo all'area, Diego placava i bollenti ardori e il centrocampo nerazzurro saliva in cattedra. La chiave di volta arrivava intorno alla mezzora: Sissoko si faceva cacciare per un fallaccio su Zanetti, la Juve restava in dieci e Zaccheroni richiamava in panchina Del Piero per irrobustire il centrocampo con Poulsen. Era comunque una Juve più che discreta, per nulla intimorita anche a inizio ripresa, quando Mou toglieva Thiago Motta inserendo Stankovic. La palla gol più clamorosa capitava dopo una decina di minuti sui piedi di Eto'o, bravo a sfruttare uno dei pochi passaggi a vuoto di Cannavaro per poi sparare la palla in curva: passato lo spavento, ne arrivava subito un altro per merito di Milito, la cui deviazione finiva però a lato di un soffio. Entrava anche Balotelli (al posto di Pandev), da sempre vero spauracchio della Signora, ma era Samuel su azione d'angolo a sfiorare ancora il vantaggio. Logicamente, con il passare del tempo, la Juve faceva fatica a mettere il naso fuori: Stankovic bombardava Buffon, Milito si mangiava un gol clamoroso a due passi dalla porta. Un vero assedio. L'invenzione arrivava a un quarto d'ora dalla fine dai piedi insieme vellutati e potenti di Maicon, splendido nell'indirizzare all'incrocio dei pali il pallone dopo avere dribblato Amauri con un palleggio volante. La prodezza del brasiliano, seguita da una traversa di Balotelli su punizione e dalla rete di Eto'o, spediva la Juve all'inferno e l'Inter in paradiso.