L'impero dei Sensi
È la vittoria di Ranieri. Dell’uomo che ha avuto il coraggio di fare quello che nessuno aveva mai osato: mettere il risultato davanti al cuore. Ma è anche la vittoria di un club andato oltre la crisi. Un club dato più volte per morto, con i creditori alle porte e del quale si è parlato, fino alla nausea, solo di conti economici e mercato in uscita. È la rivincita di una società data più volte per fallita Rosella: «Ci metto la faccia come faceva mio padre». Per mesi, tra ingiunzioni di pagamento più o meno attendibili, cda infuocati e assemblee degli azionisti deliranti, si era perso di vista il valore primario. La Roma. Unica cosa che conta in questo momento in città soprattutto dopo il successo in questo derby-verità. La squarda giallorossa che con la sola forza delle «idee» è riuscita a metter dietro la corazzata nerazzurra fatta di soldi e certezze. Anche se oggi di certezze Moratti & Co. ne avranno sicuramente un po' meno. È la storia di una giovane donna tenace come il padre che si ritrova da sola al comando. I problemi sono tutt'altro che risolti e molto presto i creditori torneranno a bussare alla porta, ma intanto c'è questo sogno che continua a materializzarli e adesso è davvero a un passo. Lo scudetto alla Roma vorrebbe dire per la famiglia Sensi poter tenere ancora la Roma, perché arriveranno tanti soldi, ma soprattutto i nemici si trasformeranno, in un momento, di nuovo in amici: quei vecchi amici che erano stati così vicini a papà Franco e che nel recente passato avevano abbandonato una scialuppa che iniziava a far acqua da tutte le parti. Adesso Rosella si gode questo momento di grazia, torna a guardare in faccia la gente e rende omaggio alla sua tribù. «Bello bellissimo, bella partita - dice scendendo dallo stadio quasi in estatsi - ero preoccupata nel primo tempo ma abbiamo dimostrato di essere forti. Vorrei gioire anche a casa con mio figlio». Quindi il tributo all'artefice di questo successo. «Il tecnico è stato bravissimo ma è la vittoria di tutti, anche di chi va in panchina e dei dirigenti. Nel derby c'è una componente emotiva molto forte. Loro sono molto bravi». E tiene basse le polemiche sulle sostituzioni dei romani Totti e De Rossi. «Sono a disposizione del mister, li conosco non c'è dispiacere, tutti vogliamo che la Roma vinca... speravamo che uscisse fuori la vera Roma». Già da oggi questa Roma che non ha fatto di certo le sue fortune grazie ai soldi è di nuovo un punto di riferimento per l'intero mondo calcistico. «Oggi volevo metterci la faccia - chiude la Sensi - è giusto che un presidente dovesse metterci la faccia. Ho pensato a quello che avrebbe fatto mio padre in questi casi». Già, papà Franco, l'ultimo ad aver vinto uno scudetto in questa città... Per il momento!