Lazio, si può fare
Il ragazzo della Patagonia ha già lasciato il segno, e medita di lasciarlo ancora: Cristian Ledesma esce allo scoperto a due giorni dal derby, carica l'ambiente, tranquillizza i suoi tifosi. «Siamo consapevoli che nulla è impossibile - scrive l'argentino sul suo sito personale - vogliamo uscire dal campo a testa alta». La Lazio ci crede, ci credono i giocatori che non si sentono per nulla inferiori ai loro colleghi che lavorano sull'altra sponda del Tevere, nonostante il margine di punti quasi abissale, nonostante i favori del pronostico che pendono tutti dalla parte dei giallorossi. La differenza è notevole, ma il derby ha nei propri cromosomi la magìa di azzerare il divario tecnico, di ribaltare previsioni, di cancellare ogni differenza. «Da quando scatterà il ritiro sarà un conto alla rovescia fino al fischio d'inizio - ha dichiarato il centrocampista laziale - un intervallo di tempo che deve rafforzare ancora più la nostra concentrazione e, al tempo stesso, accrescere la serenità con cui scendere in campo domenica sera». La serenità all'argentino non è mai mancata neppure quando era stato messo ai margini della squadra. Fu costretto a guardare il derby di andata in televisione, seduto sul divano, dopo aver invitato Pandev a casa propria: il macedone declinò cortesemente l'invito, condividendo comunque la sofferenza sportiva. A quattro mesi di distanza Ledesma sarà tra i protagonisti della partita che può valere un'intera stagione. Conosce il dolce sapore della vittoria nel derby, raggiunta anche grazie ad un suo gran gol dalla distanza. Conosce l'amarezza della sconfitta, in una partita prima sognata e poi inseguita, con un ginocchio operato da riabilitare. I medici gli diagnosticarono una grave lesione al menisco esterno del ginocchio sinistro: era il 6 ottobre. Si era infortunato il giorno prima in allenamento. In meno di quattro settimane era di nuovo in campo - dal primo minuto - per aiutare la sua Lazio. Segnò un gran gol su punizione che servì solo ad alimentare le speranze di una riscossa mai completata. Perse la partita, ma vinse la sua sfida personale. Riuscì a scendere in campo stringendo i denti, soffrendo, sopportando carichi di lavoro estenuanti, ai limiti delle possibilità scientifiche. Fu un recupero lampo, grazie alle capacità ortopediche del dottor Stefano Lovati che lo aveva operato, e ai fisioterapisti dello staff sanitario biancoceleste capaci di rimetterlo in piedi nel giro di pochissimo tempo. Ora, dopo aver saltato la partita dell'andata, è nuovamente pronto a procurar battaglia. «Ciò che più conta sarà il nostro atteggiamento - continua Ledesma - dobbiamo concentrarci fortemente su noi stessi, senza timori nè dell'avversario, nè dell'arbitro. E caricarci di una dose giusta di tensione e di voglia di far bene. Vogliamo entrare in campo a testa alta. Ma vogliamo soprattutto uscirne, a testa alta».