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I romanisti sono scaramantici: "Vietato pensare ai festeggiamenti"

I tifosi giallorossi

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Primo e unico comandamento: mai pronunciare la parola scudetto. Il sorpasso all'Inter è ancora nel cuore, ma la testa dei tifosi della Roma sa di non potersi permettere distrazioni: domenica c'è il derby, snodo cruciale del campionato giallorosso. E allora arrivederci euforia: per trionfalismi e festeggiamenti si prega di ripassare. «Scudetto? Mi sembra troppo presto per parlarne - osserva Stefano, giovane tifoso romanista di San Lorenzo - la rincorsa della Roma è come il Giro d'Italia. Stiamo scalando il Mortirolo, domenica raggiungeremo la vetta e speriamo di essere ancora in testa. Dopo, però, ci aspetta la discesa: bisogna fare attenzione, le cadute sono sempre dietro l'angolo». «Siamo in testa? Ora non conta nulla - spiega Claudio del Roma Club Testaccio - mancano cinque partite, dobbiamo vincerle tutte. Vietato pensare ai festeggiamenti». Prudenza eccessiva? Forse no, visti i precedenti. Un esempio? Roma-Milan del 6 gennaio 2004: i giallorossi dominarono il girone d'andata, poi la sconfitta nello scontro diretto diede il via alla corsa scudetto rossonera. Sarà fors'anche per questo che a via Lorenzo Ghiberti, nuova sede dello storico circolo testaccino, sembra una normale settimana di metà ottobre. Gioia controllata, euforia inesistente, solo consapevolezza dei propri mezzi e tanta attenzione alla partita contro la Lazio. «Non bisogna pensarlo come un derby, ma come uno dei cinque ostacoli che ci separano dallo scudetto. Totti decisivo? Non credo, lui soffre la pressione della stracittadina. Io punto su Vucinic». L'atmosfera è davvero particolare, quasi rilassata. Al Roma Club arriva anche un testaccino di fede nerazzurra. Si chiama Giampiero ed entra subito nel vivo della discussione: «La Roma ha fatto un grande campionato. Merito di Ranieri, che non ha sbagliato una mossa. Certo, lo scudetto lo sta perdendo l'Inter con tutti quei pareggi!». Ma come è possibile nascere a Testaccio e tifare Inter? «Sono romano, è vero, ma la mia famiglia è di Vercelli. Ho sempre amato la maglia nerazzurra, ma sono socio del Roma Club. Qui ho tanti amici: chiunque vinca - giura Giampiero - sarò felice». Forse mente, ma da testaccino doc rispetta tradizioni e scaramanzie dei tifosi romanisti: «Seguire il derby al circolo? Ma che sei matto! Lo vedrò a casa mia». Al Roma Club Garbatella, invece, c'è l'eccezione che conferma la regola. Si chiama Amedeo e non ha paura della scaramanzia, né tanto meno della Lazio: «Lo scudetto lo vinciamo sicuro! Siamo forti e lo sa anche Mourinho, che da mesi ci indica come la rivale principale». E il pericolo derby? «Ma quale pericolo! Dobbiamo vincere e mandarli in serie B». E se la Roma vince lo scudetto? «Bisognerà transennare via Ghiberti», afferma Claudio. «La festa è già pronta», conferma Amedeo. «Per carità – lo riprende Teresa, devota al primo e unico comandamento – pensiamo solo a tifare Juventus e non parliamo di queste cose prima del derby: porta male!».

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