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L'orgoglio della nostra maglia che ha portato il calcio a Roma

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Dallaprima volta in cui mi sono seduto nello Stadio Flaminio (in serie B, Lazio-Sambenedettese 3-0) sino alla meravigliosa serata in cui abbiamo vinto, meno di un anno fa, la Coppa Italia, grazie alle parate di Muslera. Non dimentico il treno per Napoli: lo spareggio per non retrocedere in serie C tra Lazio e Campobasso, né le gioie dello scudetto dell'era Lenzini (ero anch'io tra i ragazzi sul prato dello Stadio Olimpico alla fine di Lazio-Foggia del '74), e i successi internazionali della gestione Cragnotti. Sarò in Tribuna autorità, accanto a una moglie romanista, e prevedo una serata difficile in famiglia (equamente divisa tra due figli romanisti e due laziali); mentre la mia tessera sempre rinnovata di Tribuna Tevere - debitamente autorizzata con tanto di documento, in base alle norme di sicurezza - andrà a un mio nipotino. Lazialissimo. Insomma, domenica si soffre. I cugini della Roma - che sono favoriti nella corsa allo scudetto - sanno che la Lazio non è salva, e cercherà di vincere il derby. Adesso bisogna prepararsi a una partita aperta a ogni risultato. Ricordando che la Lazio oggi è più piccola, ma sono molti i casi in cui ha trovato, sotto il cielo bianco e azzurro di Roma, l'orgoglio della maglia che ha insegnato ai romani, 110 anni fa, a giocare il meraviglioso gioco del calcio.

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