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Scempio finito, Napoli fuori dalla A

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Unpo' come accadde ad Al Capone alla fine il cavillo per porre fine alla farsa degli Under 19 mandati allo sbaraglio è stato quello legato al vil denaro. L'esclusione di Napoli, umiliata da quel Papalia che aveva già decretato la morte del basket di vertice a Rieti, non può certo cancellare con un colpo di spugna i danni d'immagine creati. Tra proclami (addirittura Papalia paventò una trattativa con Iverson) e fughe dei giocatori una squadra costruita negli ultimi giorni di mercato s'è dissolta strada facendo, lasciando spazio agli incolpevoli ragazzini reatini costretti a umilianti prove contro i professionisti della serie A. L'ultima perla, quasi a voler lasciare la firma su questo desolante quadro, la mancata presenza del medico in panchina che nella sfida contro Milano ha costretto lo staff sanitario dell'AJ a intervenire per soccorrere l'infortunato carneade Di Battista. Cala il sipario e a pagare sono, per ora, solo Napoli e Papalia. Coloro che lo hanno colpevolmente assecondato continuano per ora a guidare un sistema che ha crepe in ogni settore che ne minano le fondamenta (la Fip dovrà per esempio spiegare perché nello scorso febbraio il vice presidente della Commissione Giudicante Nazionale ha presentato le dimissioni in aperto contrasto per una decisione assunta nel Lodo Stella Azzurra dal Presidente della stessa Cgn). Non basteranno allora regole nuove, è urgente cambiare anche gli uomini.

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