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Lacrime e riscatto

Rosella Sensi

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Lacrime. Vere. Giuste, almeno per quello che la sua Roma ha fatto vedere in questa seconda metà di campionato. Rosella Sensi si scioglie in tribuna, esplode in un pianto liberatorio quando la «sua» Roma tocca con mano quel primato inseguito da quando Spalletti aveva lasciato le leve del comando. E per una volta quest'anno i cori contro si trasformano in ovazione, abbracci, applausi. Esce blindata stavolta per non esser schiacciata dall'euforia del popolo giallorosso. Ma prima non si era tirata indietro andando personalmente a complimentarsi nello spogliatoio con una squadra che compiuto, comunque vada a finire, un miracolo vero. Prova a raccontarla, ma è dura. «Una sensazione molto forte. Sono emozionata ed agitata, è bellissimo. Questa che entra è la settimana del derby ed ha un sapore particolare ma il lavoro paga. Serve rimanere concentrati come facciamo sempre». Rende omaggio ai suoi uomini, quelli che le hanno consentito di ritrovare l'affetto dei tifosi, di poter guidare ancora una realtà che più volte era sembrata troppo più grande di lei. «Ci meritiamo di stare in alto, questo lo sapevo. Il primo posto al momento è meritato, come sempre complimenti a tutti compresi ai tifosi. Oggi l'Olimpico è pieno e siamo tutti felici». E da qui in avanti dipenderà solo o quasi dalla Roma: ma è inutile provare a farle dire qualcosa in questa chiave. «No, no io non parlo, la squadra deve giocare impegnandosi e andare avanti. Per me non si tratta di una rivincita, so quello che faccio anche con i miei errori». Poi, inevitabilmente, torna alla mente papà Franco protagonista dell'ultimo scudetto giallorosso. «Il mio primo pensiero è andato a lui - racconta quasi in lacrime - appena l'arbitro ha fischiato la fine della partita ho pensato a lui. Fiorentina-Inter? Una bella partita, anche se io non l'ho vista ad essere sincera». Così come molto probabilmente non vedrà il derby di domenica: roba da cuori forti. «Non credo di venire - chiude - ci penserò in settimana». È il suo momento, se lo gode, sale in macchina e per una sera potrà riguardare i gol in tv senza pensare ai problemi economici che più volte avevano fatto pensare a una cessione. La Roma è ancora sua e mai come adesso sarà difficile farle dire «basta»: continua nel segno di papà Franco. L'altro vincitore della giornata è Pradè. C'è molto del ds giallorosso in questa rimonta che ha visto protagonisti molti uomini scelti proprio da lui: Burdisso e Toni tanto per far nomi, due prestiti che hanno fatto fare il salto di qualità alla Roma a costo zero... o quasi. Onore al merito, è tutta farina del suo sacco e ora giustamente se la gode. «Sì, almeno per un giorno. Ogni gara è una guerra e tutto può succedere: sempre». Un modo per raccontare la sofferenza della ripresa. «La Roma è questa, è la nostra storia. Per questo c'è questa passione, ma oggi il pubblico ha capito il momento e ci ha spinto. Il derby? Non c'è classifica nella stracittadina. È una partita a sé, fatta di testa e situazioni. Da martedì mattina cominciamo a pensare alla Lazio». Già, da domani, per adesso è giusto godersela questa Roma... almeno per una notte.  

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