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Vucinic-Cassetti così diversi così decisivi

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MirkoVucinic, 50 gol con la Roma, 17 in stagione, 11 in campionato (uno in più di Totti) e altrettanti dall'inizio del 2010, e Marco Cassetti, 5 gol negli ultimi quattro anni. Uno nato per stupire e fare il purosangue, l'altro per essere «normale» e vestire i panni del gregario. Gli eroi della domenica del sorpasso sono agli opposti. Ma se è vero che gli opposti si attraggono, non poteva esserci attrazione migliore che segnare due reti in una domenica così. La prima, per la verità, è anche una gentile concessione di Consigli: Vucinic avrà fatto tiri migliori con esiti peggiori. Una «papera», invece, cambia tutto e trasforma un tiro innocuo nella rete più importante di questa pazza stagione. Quella del primo posto. Roba da farti dimenticare tutto il resto, anche la sintassi: «È una cosa "molto bellissima"» dice il montenegrino a fine partita. La seconda rete è la giusta ricompensa per una licenza offensiva intrapresa da Cassetti: reclama un rigore, resta lì al centro dell'area, Totti gli recapita sulla testa un pallone d'oro e il gioco è fatto. Ironia della sorte: la Roma, che perse uno scudetto per colpa del Lecce, è in testa alla classifica grazie a due ex leccesi. Vucinic di giornate così, sotto le luci dei riflettori, ne ha vissute parecchie e continuerà ancora a viverne tante, Cassetti se ne concede una ogni tanto. A Milano, nel 2007, quando segnò il gol che rinviò di qualche giorno i festeggiamenti per lo scudetto dell'Inter, per esempio. O meglio ancora, col gol, guarda caso su assist di Vucinic, che decise il derby d'andata. Un gol «rivisto un centinaio di volte - racconta il terzino - e domenica è favorita la Lazio... ». Vucinic e Cassetti, così diversi e così uguali. Il passaggio da Lecce a Roma nella stessa estate, le reti, quelle di ieri, che, a prescindere di come andrà a finire la volata scudetto, sanciscono una delle imprese più incredibili della recente storia pallonara. Mirko, il genio; Marco, «la regolatezza». Il ragazzo dotato che quando si applica raccoglie il massimo dei voti e lo sgobbone che porta sempre a casa la pagnotta. In fondo, l'anima della Roma di Ranieri è racchiusa proprio in questo strano cocktail. Ingegno e «tigna», colpi inaspettati e regolarità. Vucinic e Cassetti, guarda caso, sono due dei maggiori esponenti di queste due fazioni.

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