Messi, l'incubo di Mou

Quattro reti nella notte magica di Barcellona, un mix di talento, forza fisica e genialità: Lionel Messi strapazza l'Arsenal e lancia il guanto di sfida all'Inter di Mourinho con cui si ritroverà, faccia a faccia, tra due settimane in semifinale di Champions League. Il talento sudamericano, dopo l'impresa del Camp Nou, è stato celebrato a livello mondiale scomodando il più famoso dei calciatori argentini: Diego Armando Maradona. La storia del ragazzo di Rosario è fatta di trionfi, gol, e prodezze. Ma anche di drammi, sofferenza, emarginazione. Il calcio lo ha aiutato prima a sopravvivere, poi a vivere, infine a trionfare. Una storia commovente, di un bambino affetto da una malattia rara, proveniente da una famiglia umile che non ha la possibilità di pagare le cure per farlo guarire; e di un club - il Barcellona - in grado di scommettere tutto sul piccolo prodigio. I dirigenti catalani lo hanno fatto diventare uomo, prim'ancora che giocatore. E fuoriclasse. Correva l'anno 2000 quando Carles Rexach - direttore sportivo del Barça - puntò tutto sul piccolo Leo portandolo in Europa. Prima di battere i giganti inglesi dell'Arsenal, l'argentino ha dovuto superare in dribbling la carenza di somatotropina e, centimetro dopo centimetro, è riuscito a «costruire» il suo fisico grazie alle cure a base di GH pagate dal suo club. Con il Barcellona Messi ha vinto 3 scudetti, una Coppa del Re, 3 Supercoppe di Spagna, 2 Champions League, una Supercoppa Europea, un Mondiale per club.   La «pulce» è arrivato sul tetto del mondo, pronta a una nuova impresa: Messi è spettacolo allo stato puro, un talento di livello mondiale che incanta i propri tifosi terrorizzando gli avversari. Tra Messi e la prossima Champions League c'è l'Inter che non alza questo trofeo da 45 anni: in finale col Benfica fu decisivo l'unico gol di Jair. «L'Inter è una squadra tosta - ha dichiarato Messi nel dopo partita di Barcellona-Arsenal - sarà una storia completamente diversa rispetto alle sfide della fase a gironi: conosciamo i loro giocatori e il modo in cui giocano, sarà una sfida avvincente. Milito continua a far gol ed Etò'o, dopo le difficoltà iniziali, ha saputo inserirsi bene capendo le differenze rispetto alla Liga. Guardiola è un tecnico straordinario, capiva il calcio da giocatore e continua a farlo ancor meglio in panchina: ha un legame molto stretto con i calciatori, e questo è sicuramente un vantaggio per tutti noi. Siamo in corsa per degli obiettivi importanti, vogliamo andare in finale di Champions. Non mi interessa chi ci sarà dall'altra parte - ha concluso Messi - sogno un trionfo al Santiago Bernabeu: alzare la coppa nello stadio del Real Madrid sarebbe fantastico».