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Lippi provi a ringiovanire la nazionale

Marcello Lippi a Città del Capo

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Se facessimo un pò meno polemiche sui caratteri, sulla disciplina e sui rigurgiti di Calciopoli, e parlassimo solo del gioco e dei giocatori, soprattutto in vista dei «mondiali» in Sud Africa, dove dovremo difendere il titolo bene o male conquistato quattro anni fa, scopriremmo di avere parecchi tesori nascosti o almeno poco valorizzati. Può darsi che Lippi non ci senta da questo orecchio ed ha, naturalmente, tutto il diritto di farlo con la carriera che può vantare, ma gli si potrebbe chiedere se si è accorto che, per esempio, potrebbe disporre di tre giocatori ancora giovani (uno anzi, giovanissimo) che gli sarebbero molto utili in una Nazionale aggiornata dopo i quattro anni trascorsi dalla vittoria ai «rigori» sulla Francia: uno è il centravanti del Milan, quel Borriello che sabato scorso ha segnato il gol numero 11 della sua stagione aprendo alla squadra rossonera la sospiratissima vittoria di Cagliari; il secondo è quel Cassano che, rientrando dopo un lungo infortunio fors'anche complicato da qualcuna delle sue bizzarrie, ha aperto le segnature doriane contro il Chievo, permettendo (insieme con Pazzini) alla Sampdoria di rientrare nel gruppo europeo, agguantando il Palermo, battuto nel «derby» di Catania; il terzo è quel Balotelli che sta interpretando col suo allenatore Mourinho, una specie di «Ballo in maschera», ma quando scende in campo, come a Bologna, strappa gli applausi. Agli 11 bersagli colpiti da Borriello si aggiungono gli 8 del citato Balotelli e i 6 di un Cassano pur utilizzato a mezzo servizio, che fa in totale un bel numero di gol e un piacevolissimo spettacolo. Forse, invece di pensare ad Amauri che tarda ad entrare in forma alla trentatreesima giornata e ha fatto le scuole calcistiche in Sud America, Lippi potrebbe, forse, fare un pensierino su questi tre giovanotti, cresciuti dalle nostre parti e pronti per l'uso, o almeno per un innocuo esperimento nelle partite preliminari al viaggio nel paese di Mandela. Naturalmente la condizione è che Borriello scansi la trappola degli infortuni in cui ha avuto la disavventura di incappare più di una volta, e che gli altri due giovanotti non facciano più capricci almeno fino a Ferragosto, per non compromettere un'avventura che nella vita di un calciatore capita molto di rado o addirittura una volta sola. D'altro canto, che la squadra dal 2006 sia mediamente invecchiata, basta guardare l'anagrafe e l'almanacco del calcio per rendersene conto. A Berlino non c'erano tutti adolescenti, e qualcuno ha i capelli brizzolati e i muscoli indolenziti. Non si vuol dire che bisogna lasciare a casa questo o quel campione del mondo ma semplicemente che Lippi deve continuare a ringiovanire, come sta facendo con decine di lodevolissimi esperimenti, la «rosa» degli azzurri per Città del Capo, compresi i tre personaggi di cui abbiamo parlato in principio. Con il super-cannoniere Di Natale, Gilardino, Pazzini, Quagliarella e Miccoli, nonostante la folla di brasiliani e di argentini che gremisce le nostre formazioni più agguerrite, il vivaio italiano è riuscito anche questa volta a selezionare non solo difensori e centrocampisti ma anche innamorati del gol, raramente respinti. Mettiamoli almeno alla prova: tentare di ringiovanire la Nazionale, con le fatiche di Sisifo che s'impongono oggi ai calciatori, vale sempre la pena.  

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