La Juventus vuole riaprire il processo di Calciopoli
Ieriil club bianconero, pubblicando una nota sul proprio sito ufficiale, è scesa in campo per porre l'attenzione su quanto emerso nelle ultime intercettazioni telefoniche scartate all'epoca dei fatti perchè - secondo gli inquirenti - non erano penalmente rilevanti. «Nel pieno rispetto delle attività riguardanti processi in corso - si legge nella nota - la Juventus valuterà attentamente con i suoi legali l'eventuale rilevanza di nuove prove introdotte nel procedimento in atto a Napoli al fine di garantire, in ogni sede sportiva e non, e come sempre ha fatto, la più accurata tutela della sua storia e dei suoi tifosi». La prossima udienza del processo, fissata il 13 aprile, sarà la quinta dedicata interamente alla deposizione del colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio. L'interesse è concentrato sulle iniziative che adotteranno i difensori dell'ex dg della Juve Luciano Moggi che, negli ultimi giorni, hanno diffuso il testo di una serie di telefonate intercettate nel corso dell'inchiesta che non erano state trascritte dagli inquirenti nelle loro informative alla magistratura in quanto ritenute non rilevanti sotto il profilo penale e investigativo. Le telefonate si riferiscono a conversazioni dell'ex designatore degli arbitri Paolo Bergamo col presidente del Milan e della Lega Galliani, con quello dell'Inter Moratti, con l'ex dirigente nerazzurro Facchetti, con l'ex dirigente milanista Meani e col presidente del Cagliari Cellino. I legali di Moggi chiederanno alla nona sezione del Tribunale - presieduta da Teresa Casoria - di acquisire le telefonate che, nel caso in cui la decisione venisse accolta, parimenti alle altre attualmente agli atti, dovrebbero essere comunque nuovamente trascritte da un perito incaricato dal Tribunale (l'ascolto e la trascrizione sono stati effettuati infatti dai soli consulenti della difesa). Non si sa ancora se i magistrati della Procura - i pm Narducci e Capuano - vorranno opporsi all'acquisizione oppure non muoveranno obiezioni.