E ora il Barça
MILANO - Non poteva davvero andare meglio a Mourinho e ai suoi, nemmeno nei sogni più morbosamente proibiti. Una gara finita in sei minuti, su un disastro della difesa del Cska e del portiere russo Akinfeev che regalano un gol decisivo a quel gran tiratore di Wesley Sneijder, che però stavolta non ha grandi meriti personali. Una qualificazione alle semifinali di Champions League conquistata così, senza quasi sudare e non solo per il clima, riuscendo inoltre a risparmiare preziosissime energia in ottica semifinali, ma anche per quanto concerne le prossime, decisive sfide di campionato. Tutto, appunto, grazie a un gol che ha cancellato dal campo i russi, già non certo determinatissimi all'andata. A quel punto, è vero, avrebbero dovuto fare tre gol a una squadra che come centrali di difesa può vantare la coppia Lucio-Samuel, mostruosa soprattutto in Champions. E che di fatto non li ha mai fatti avvicinare a Julio Cesar. Ci avrebbero comunque potuto provare. Invece il peso del risultato, e la maggiore qualità dell'Inter, li ha schiantati subito. Una bella soddisfazione per chi fino a ieri era abituata a pagare dal punto di vista psicologico in Europa. Soddisfazione doppia perché mancava dalle semifinali di Champions da ben sette anni, tripla se si pensa appunto alla fatica risparmiati. Anzi, avesse voluto l'Inter avrebbe potuto raddoppiare. Con uno dei tiri da fuori di Stankovic, per esempio. O un contropiede di Eto'o a fine gara, quando tra torelli a centrocampo e qualche leggera distrazione in una difesa altrimenti perfetta si apsettava più che altro che passassero i minuti che mancavano al fischio finale. Da parte del Cska Dzagoev non ha certo incantato col suo talento, Honda per le punizioni e Gonzalez, comunque tra i più attivi dei suoi, a parte un paio di occasioni non è mai davvero uscito dal buio di una gara a tratti non giocata dai russi. Decisa da uno Sneijder che dell'amuleto ha anche la sorta benigna dalla sua, evidentemente. E al quale Mourinho non rinuncerebbe neanche zoppo. Alla fine l'ha fatto uscire. Al suo posto Muntari, quello del pestone in allenamento. Meglio non rischiare, avrà pensato lo Special One. Che adesso si rituffa nel campionato ma sogna già in grande: «Ora non temiamo più nessuno. L'ossessione negativa della Champions non esiste più: possiamo vincere o non vincere, ma il futuro non sarà mai più lo stesso».