Sei finali.
Quelleche restano da giocare al ritrovato gruppo di Ranieri che ha portato a quota ventidue il numero di sirsultati utili consecutivi e che domenica prossima aspetta l'Atalanta all'Olimpico. E sarà proprio lo stadio della capitale l'arma in più dei giallorossi che giocherano ben quattro di queste sei fatidiche partite tra le mura di casa: anche se una è il derby di sponda biancoceleste. I numeri dicono di una Roma che in casa non sbaglia un colpo da una vita: l'ultima sconfitta risale addirittura allo scorso 25 ottobre contro il Livorno, ma nel complesso gli uomini di Ranieri all'Olimpico hanno vinto in questa stagione 13 partite, perse due (quella con il Livorno appunto e contro la Juve nell'addio al calcio di Diego) e pareggiata una sola: con il Milan. Ma non sarà solo questa l'arma in più di Ranieri per il rush finale visto il recupero di capitan Totti. Con la coppia mondiale lì davanti, un Vucinic in formato stellare e un Menez pronto a fare la differenza quando è chiamato in causa, sognare è lecito. Lo sa il popolo romanista, lo sa Ranieri che più volte si è espresso, seppur con la cautela del caso, sull'argomento e lo sa benissimo anche lo stesso capitano: unico giallorosso in attività ad averla già vissuta questa esperienza mistica. «Vincere uno scudetto a Roma è come vincerne 10 nel resto d'Italia: a Roma tutto si sublimna». Il capitano, in un'intervista che Canal Plus Spagna ha intitolato «Totti corazon romano», ha ricordato i giorni dell'ultimo scudetto. «È stato il momento più bello della mia carriera. Era il mio sogno da bambino, la gente è scesa per strada ed erano tutti fuori di testa. Perchè a Roma tutto si sublima, e uno scudetto vinto qui ne vale dieci nelle altre città italiane». E sarà proprio pe r questo che tutti, tecnico in testa, continuano ad andarci con i piedi di piombo. Per undici minuti dello scorso weekend la Roma è stata lassù, da sola. Era già successo, due anni addietro e finì nel solito modo: scudetto all'Inter. Ma era un altro campionato e soprattutto un'altra Roma. I giallorossi sono infatti, tra le tre sui blocchi di partenza per questa volata scudetto, quelli che si presentano meglio: sia dal puno di vista fisico che da quello psicologico. Già, perchè la Roma il suo scudetto lo ha già vinto mettendo in cassaforte, tranne capitomboli dell'ultima ora al momento molto difficili da ipotizzare, quella qualificazione alla Champions che era obiettivo minimo stagionale. Ovvio che con un solo punto di ritardo a sei giornate dalla fine su un'Inter tutt'altro che splendente e con una Champions apertissima ancora tutta da giocare, è impossbile non pensare al colpaccio: che resterebbe comunque tale. Difficile... ma non impossibile.