Inter assediata Mou fa la vittima
DarioNicolini MILANO Di Fantozzi ha veramente poco, a cominciare dallo stipendio. Eppure Josè Mourinho si sente sempre sotto schiaffo: è sempre Mourinho contro tutti. E strategia comunicativa a parte, quella che lo vede ogni volta attrarre l'attenzione su se stesso per lasciare il più tranquilla possibile la squadra, il giochino si fa un po' ripetitivo e pesante. Per tutti, ma non per lui. Che stavolta si difende, anzi attacca chi avrebbe storpiato le parole da lui pronunciate nella chat coi tifosi, due giorni fa, quando sosteneva che la lotta scudetto non sarebbe solo a tre, ma ad «altro». «Chi ha trasformato la mia espressione "tante altre cose...?" – s'è chiesto Mou sul sito nerazzurro - io? No. Non ho neppure il diritto di parlare con i tifosi dell'Inter senza che per forza qualcuno ci metta il naso?... Grazie...». Polemico. Ma anche capo popolo. «Domani (oggi, ndr) siamo solo noi: stanchi, infortunati, squalificati. Noi che insieme con voi dobbiamo vincere contro il Bologna una partita molto difficile». E la gara, col Bologna, sarà difficile non solo per il momento no dei nerazzurri in campionato, undici punti nelle ultime nove partite, o per le cattive condizioni di Sneijder, ma anche per le assenze tra i convocati di Lucio, Zanetti ed Eto'o; quest'ultima tamponata almeno dal ritorno, annunciato, di Balotelli, dopo sei turni di stop disciplinari impostigli dallo Special one. Ma sulla società di Moratti piovono altri fulmini, da Vieri e Moggi. Storie diverse, il cui impatto bisognerà verificare, dallo «scudetto degli onesti» (secondo la vulgata nerazzurra), quello del 2006 tolto alla Juventus e assegnato all'Inter, alla stagione 2005. Da un lato c'è l'ex bomber interista che chiede alla Federcalcio di revocare quel tricolore perchè ottenuto con un illecito sportivo, i presunti pedinamenti ai suoi danni ordinati dalla società, parte dell'inchiesta sui dossier illeciti della Telecom. Bobo vuole anche l'interdizione dalle cariche societarie del presidente Massimo Moratti e del vicepresidente Rinaldo Ghelfi. Nella stessa giornata arrivano le trascrizioni eseguite dalla difesa di Luciano Moggi delle telefonate tra lo stesso Moratti e l'allora designatore degli arbitri Paolo Bergamo. Secondo i legali dell'ex dg della Juventus, dimostrerebbero che anche l'Inter chiedeva fischietti graditi, venendo meno «a quel principio di lealtà sportiva» contestato anche a Moggi. Per l'Inter, l'anno è il 2005. Nel caso di Vieri, l'eventuale illecito sportivo sarebbe prescritto, a meno che non ci siano fatti successivi al 2006. Nel caso del processo di Napoli per Calciopoli, il 13 aprile potrebbe essere la data chiave: la difesa di Moggi chiederà al tribunale di far trascrivere le telefonate dalla procura e acquisirle agli atti, con possibili effetti clamorosi sul procedimento. Solo a quel punto potrebbe muoversi la procura della Federcalcio. «Il significato attribuito alle telefonate non trascritte rappresenta un'opera di disinformazione allo stato puro» sostengono fonti degli inquirenti che hanno condotto l'inchiesta napoletana. «La cosa è semplice: qui o sono tutti innocenti o tutti colpevoli. Secondo me sono tutti innocenti» il commento di Moggi, mentre Bergamo fa spallucce: «Non mi meraviglio per niente: ho sempre detto che parlavo con tutti». Ci risiamo.