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Parenti serpenti

Formula 1: Michael Schumacher (Mercedes) e Fernando Alonso (Ferrari)

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Quando era in Ferrari di Barrichello si diceva che se fosse stato veloce in pista come lo era di lingua avrebbe vinto di sicuro un Mondiale. Il brasiliano si lamentava per i presunti favoritismi che il Cavallino riservava a Schumi. Un vizio che Rubens non ha perso neanche in Brawn, quando secondo lui il «cocco» di scuderia era Jenson Button. Da sempre alle difficoltà in pista si cerca di sopperire con la grinta del linguaggio. Ed è paradossale che a trucchi simili debba ormai ricorrere anche l'asso del volante per antonomasia, Michael Schumacher. Il tedesco, ancora lontano dalla forma migliore dopo i tre anni «sabbatici», ha preso di mira la sua ex «famiglia» Rossa. Quella Ferrari con cui riesce ad aver contatti solo in conferenza stampa, visto che di avvicinarsi in pista per ora non si parla. In Australia Michael se l'era presa con Alonso accusando - con ancora il casco in testa - lo spagnolo di averlo ostacolato durante le qualifiche. A quel siparietto, immortalato da decine di fotografi, era seguita una lamentela del tedesco con il delegato tecnico della Fia, Charlie Whiting. Un tempo a certe intemerate dell'imbattibile «kaiser» facevano seguito obbedienti decisioni della Federazione. Sabato scorso, invece, la cosa è finita lì. La seconda puntata del burrascoso rapporto Schumi-Ferrari, invece, si è avuta ieri a Sepang, dove domenica si correrà la terza gara del Mondiale. Interpellato dai giornalisti sul candidato al titolo, Michael ha del tutto snobbato Alonso e Massa, che in questo momento guidano la classifica iridata: «La maggior minaccia per me è Sebastian Vettel. Se non avesse rotto la macchina avrebbe vinto le prime due gare». D'altronde, avere quattro campioni del mondo in pista vuol dire anche gestire la guerra di nervi che piloti dal carisma simile sono in grado di condurre l'uno contro l'altro. Esemplare, da questo punto di vista, anche la risposta di Alonso a chi gli ha chiesto del codice di comportamento per i piloti che la Fia vorrebbe imporre dopo la bravata di Hamilton a Melbourne. «Di questa cosa si è parlato troppo - ha detto il ferrarista - in fondo si tratta solo di un 25enne che ha fatto qualche sgommata». Traduzione: non bado a quello che fa un ragazzetto, ho altro a cui pensare. Intanto, in attesa delle prove libere di stamattina, la Fia ha annunciato che molte scuderie, tra cui Ferrari e Red Bull, dovranno modificare la posizione degli specchietti retrovisori a partire dal prossimo Gp della Cina, portandoli da esterni a interni per evitare le vibrazioni che li rendono inutilili.

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