Allarme motore

Il risveglio Ferrari dopo la gara di Melbourne è stato dolce. Per come si erano messe le cose e per la tradizione poco favorevole all'Albert Park, il risultato finale è stato più che lusinghiero. Ma ogni rilassamento è vietato. Primo, perché tra 5 giorni si torna in pista in Malesia. Secondo, perché il comportamento dei motori continua a preoccupare. In Australia la Ferrari ha usato per entrambi i piloti il terzo propulsore stagionale. «Niente di strano - fanno sapere dal Cavallino - era già previsto di cambiare i motori prima del Gp, l'hanno fatto anche altre squadre». Vero, ma per gli altri team era solo il secondo, non il terzo. Considerato che ogni pilota ne ha a disposizione 8 per l'intera stagione (19 gare) e siamo appena al secondo Gp, a Maranello è scattato l'allarme. Si rischia di violare il limite e di dover scontare la penalità di dieci posizioni sulla griglia di partenza. Il problema, versione ufficiale, è il surriscaldamento. E questo, alla vigilia della torrida gara malese, è preoccupante. Non si esclude che a Sepang si possa addirittura usare un quarto propulsore. Inoltre, il motore è l'area tecnica sulla quale, stando al regolamento, si può intervenire di meno. La soluzione sarebbe modificare la carrozzeria per portare più aria ai radiatori e raffreddare il propulsore. Un'operazione che, però, costerebbe alla Ferrari un po' di quella efficienza aerodinamica che finora ha fatto la differenza. A Maranello stanno lavorando sodo, ma difficilmente si vedranno grandi modifiche prima delle gare europee, perché fino ad allora le macchine non tornano in fabbrica. La speranza è accumulare nel frattempo molto vantaggio in classifica. Cosa non impossibile vista la poca affidabilità della Red Bull. Ma c'è un'altra ipotesi lontana dalla versione ufficiale: che l'inedita soluzione del motore inclinato causi delle vibrazioni all'intero comparto che ne danneggiano il funzionamento. In tal caso, a meno di ripensare tutta la F10, la situazione si complicherebbe.