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Formula spettacolo

Jenson Button

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Per una volta ha vinto lo spettacolo. La Formula 1 si riconcilia con gli appassionati e lo fa, paradossalmente, dopo due settimane in cui non si era fatto altro che parlare di noia e di necessità, ancora una volta, di stravolgere le regole. Invece il Gp di Melbourne, grazie alla pioggia «salvifica», restituisce uno sport in cui l'uomo si lascia preferire al mezzo, con duelli all'arma bianca, contatti, errori, straordinarie rimonte e prestazioni sopra le righe, ed è quasi uno scherzo del destino il fatto che a brindare, alla fine, sia uno dei piloti giudicati tra i meno talentuosi del gruppo. Quel Button che non vinceva una gara da quasi un anno. Da quando, cioè, la superiorità della Brawn «truccata» era stata neutralizzata dalle altre scuderie. Ma a tornare con il sorriso dall'Australia è anche la Ferrari, sul podio con Massa e quarta con Fernando Alonso, protagonista di una straordinaria rimonta dopo che un contatto al via lo aveva relegato all'ultimo posto. Ed è proprio da quell'episodio che si può cominciare a raccontare la gara. Quando i semafori rossi si spengono il circuito dell'Albert Park è completamente bagnato. Vettel riesce a tenere la testa mentre Alonso, terzo sulla griglia, rimane piantato e viene superato anche da Massa che si issa fino alla seconda posizione. Alla prima curva Fernando duella con Button, nessuno dei due frena e il contatto è inevitabile. Lo spagnolo finisce in testacoda e alla fine rimane invischiato nell'ingorgo anche Schumacher, che danneggia l'ala anteriore ed è costretto subito a fermarsi per cambiarla. A quel punto comincia una nuova corsa con i migliori, tranne Vettel, in fondo al gruppo. Al sesto giro la Safety Car, entrata per un incidente tra Kobayashi e Hulkenberg, lascia finalmente via libera e comincia la bagarre. Massa resiste poco agli assalti di Webber e Rosberg, mentre dietro Hamilton scala posizioni su posizioni. Supera anche il compagno di squadra Button che, vistosi in difficoltà, con la pista che va lentamente asciugandosi tenta la carta della disperazione fermandosi per montare le gomme da asciutto due giri prima rispetto a tutti gli altri. Si rivelerà la mossa vincente. Nonostante qualche piccolo errore, infatti, l'inglese comincia a scalare il gruppo e resta solo alle spalle della lepre Vettel. Che però, ancora una volta, deve fare i conti con la poca affidabilità della Red Bull. Al 26° giro, infatti, un guasto all'impianto frenante lo fa finire sulla ghiaia e per la seconda volta consecutiva si ritira quando era al primo posto. Alonso intanto recupera in maniera autoritaria, a differenza di Schumi che rimane impantanato nelle retrovie. A quel punto la maggior parte dei piloti si ferma per il secondo pit stop. La Ferrari invece opta per una sosta sola e si ritrova con Massa e Fernando al terzo e quarto posto. Alonso potrebbe superare il compagno, ma dai box arriva l'ordine di non belligeranza e così lo spagnolo si trova a difendere il podio del brasiliano dal ritorno di Hamilton e Webber, mentre la Renault di Kubica, con la tattica della sosta sola, si issa a sorpresa fino al secondo posto. A due tornate dalla fine Hamilton attacca all'esterno Alonso. Lo spagnolo ritarda la frenata il più possibile, anche Lewis deve inchiodare e Webber lo tampona. Le Ferrari arrivano così in parata terza e quarta. Un risultato da accogliere con il sorriso per come si era messa la gara all'inizio e soprattutto perché i rivali più accreditati per il titolo, Hamilton e Vettel, vengono ulteriormente distanziati in classifica. Si riparte tra sette giorni in Malesia, sul circuito di Sepang. Una pista bollente dove il motore della Rossa, che ha denunciato problemi di surriscaldamento, potrebbe soffrire.

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