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Le sfide incrociate

I difensori del Brasile Juan (Roma) e Lucio (Inter)

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La sfida infinita ha le sembianze di una matrioska. La madre, Roma–Inter, ne racchiude al suo interno tantissime altre. Duelli incrociati, coppie separate, capitani coraggiosi, amici nemici per un pomeriggio, omonimi, quasi omonimi, ex, quasi ex e chi più ne ha più ne metta: ce n'è per tutti i gusti. Tante storie contenute in un solo libro. Centinaia di pagine giallorosso-nerazzurre da leggere, altrettante rimaste in sospeso e ancora da scrivere. Cinque capitoli per farsi un'idea di che razza di romanzo si nasconda sotto un Roma-Inter così. Coppie «scoppiate» al centro delle due difese: due brasiliani e due argentini, questi ultimi anche ex incrociati, uniti da Seleçao e Selecciòn (se Maradona vorrà), divisi da Roma e Inter. Juan e Burdisso contro Lucio e Samuel: un brasiliano e un argentino contro un brasiliano e un argentino. Una partita scudetto val bene anche strane alleanze e coalizioni particolari.   I capitani di battaglia, però, saranno sempre gli stessi: Francesco Totti da una parte, Javier Zanetti dall'altra. 618 presenze, 241 reti, uno scudetto, due successi in Coppa Italia e altrettanti in Supercoppa in 18 stagioni di Roma per uno, 685 incontri, 15 gol, quattro campionati, una Coppa Uefa, due coccarde e tre edizioni della Supercoppa italiana in 15 anni di Inter per l'altro. Altra sfida nella sfida tra due che hanno in comune nome, ruolo e nazionalità. Non si tratta di Marco e Thiago Motta, ma dei due portieri brasiliani che si chiamano Julio. Julio Sergio Bertagnoli, uno dei pilastri della risalita ranieriana che la Roma si è ritrovato in casa dopo zero presenze in tre anni, e Júlio César Soares Espíndola, una delle fondamenta su cui l'Inter prima di Mancini e poi di Mourinho ha edificato i suoi trionfi. I due hanno in comune anche un'altra cosa: il secondo portiere. Doni, dietro a Julio Sergio nelle gerarchie giallorosse di Ranieri e a Julio César in quelle verdeoro di Dunga, mette d'accordo entrambi. La sceneggiatura del confronto a suon di gol Toni-Milito, invece, sembra «Sliding Doors». Uno poteva stare al posto dell'altro e viceversa: «El Principe» argentino era a un passo dalla Roma nell'estate del 2008, il bomber emiliano lo è stato dall'Inter per due volte. Voleva diventare nerazzurro dopo i Mondiali del 2006, quando Diego Della Valle si impuntò e lo bloccò a Firenze, e poteva diventarlo lo scorso inverno, prima di andarsene dal Bayern e da Monaco di Baviera per ripartire dalla Roma e da Roma. Il vento dei Balcani soffierà sul duello tra i coetanei Mirko Vucinic e Goran Pandev. Il primo round, neanche un mese fa (il 3 marzo) a Skopje, nell'amichevole tra le due Nazionali se l'è preso l'interista. Un gol di Pandev, una rete di Vucinic annullata per fuorigioco: Macedonia-Montenegro 2-1. Ventiquattro giorni dopo all'Olimpico, la seconda ripresa. Tutte le strade portano a Roma-Inter, non solo quella dello scudetto. Quante sfide dentro una sola sfida!  

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