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Lazio, Brocchi show

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La Lazio bissa il blitz di Cagliari, vince la seconda partita consecutiva giocando la miglior gara dell'anno. Siena annichilito, strabattuto in ogni zona del campo: apre Lichtsteiner, chiude Cruz 15 secondi dopo aver preso il posto di Zarate. Un 2-0 meritato che porta le due toscane a distanza siderale anche se resta l'Atalanta a tenere in apprensione i biancocelesti. Ma se questa è la Lazio, la grande paura è più lontana. Reja si affida al blocco che ha vinto a Cagliari. Solo due novità per la squalifica di Biava e l'infortunio di Flocccari: ai loro posti ci sono Radu e Zarate con il brasiliano Dias spostato sulla destra. Sull'altro fronte Malesani torna alla difesa a tre e conferma uno schieramento spregiudicato con Ghezzal, Maccarone e il giovane Larrondo in avanti. Fischia l'arbitro Bergonzi davanti a 40.000 spettatori che mai come stavolta fanno sentire il fattore campo. Si parte e la Lazio si lancia all'assalto, Ledesma detta i ritmi, Brocchi si lancia un forsennato su ogni pallone (alla fine sarà il migliore in campo) Kolarov e Lichtsteiner sono indemoniati, Rocchi e Zarate cominciano a pungere la difesa ospite. La vittoria di Cagliari ha rigenerato morale e muscoli dei biancocelesti che cercano subito di sorprendere gli avversari. Non è un caso se dopo sei minuti di attacchi arriva il gol: cross di Mauri, Lichtsteiner anticipa Pratali e deposita in rete grazie anche alla deviazione del difensore. Il Siena incassa, la banda di Reja vola sulle ali dell'entusiasmo e costruisce occasioni in serie. Peccato che prima Zarate e poi Rocchi sparino a botta sicura da pochi passi sul corpo di un Curci prodigioso. Il primo tempo è un monologo biancoceleste interrotto solo dai fischi di Bergonzi che ammonisce Stendardo, Kolarov e Rosi in rapida successione. Quando si va al riposo c'è solo il rammarico per non aver segnato il raddoppio ma il gioco scorre fluido con un Mauri ispirato e applaudito finalmente dall'intero stadio. Un primo tempo convincente sotto tutti gli aspetti anche se c'è da soffrire perché il Siena non molla ed è sempre lì pronto a sfruttare gli errori della difesa laziale. Si riparte con un cambio senese: dentro Reginaldo al posto di Pratali, un attaccante per un difensore con una squadra ancora più a trazione anteriore. Reja si sbraccia e impone una maggiore attenzione dietro perché il Siena tenta il tutto per tutto. Quattro minuti e Larrado sfrutta una dormita di Stendardo per girare alto da buona posizione. Malesani insiste e, dopo dieci minuti, inserisce Calaiò per Del Grosso. Ora ci sono cinque attaccanti del Siena in campo, in pratica è un 4-2-4, molto offensivo. La Lazio soffre il pressing ospite, arretra ma adesso si aprono spazi invitanti per le ripartenze biancocelesti. La partita è bellissima, Calaiò impegna Muslera di testa, Lichesteiner sbaglia l'ultimo passaggio in contropiede e l'azione sfuma. Reja ricorre a Cruz per uno stanchissimo Zarate: servono muscoli e un giocatore abile in area di rigore. Scelta subito premiata, il «Jardinero» torna implacabile e dopo 15 secondi dall'ingresso in campo (minuto 27 della ripresa) in rovesciata trova il pertugio vincente: 2-0 e l'Olimpico può esplodere di gioia dopo due mesi di astinenza. C'è spazio per il rientro di Foggia (esce Rocchi) e per quello di Baronio (fuori Ledesma applaudito da tutto lo stadio) ma ormai è fatta: la Lazio fa festa per la quarta volta all'Olimpico.

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