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L'ora della verità

Claudio Ranieri, allenatore della Roma. L'attesa per la sfida dell'Olimpico con l'Inter si fa spasmodica

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Non è una finale scudetto ma ci assomiglia molto: non fosse altro per tutto quello che si è creato attorno a questa partita. Stasera all'Olimpico, finalmente, la resa dei conti tra Roma e Inter divise in questo momento da «soli» quattro punti. Pochi, ma anche tanti considerando che in un'eventuale rush finale i giallorossi avrebbero bisogno di finir sopra di un punto: in caso di parità la differenza reti al momento dice Inter. I giallorossi devono dunque recuperare cinque punti alla capolista, ma è ovvio che un successo stasera cambierebbe radicalmente i valori in campo, complicherebbe la testa dei nerazzurri spianando la strada ai romanisti. E proprio il fattore «testa» potrebbe fare la differenza oggi. Ranieri e i suoi hanno dalla loro parte il fatto di arrivare al big match con grandi ambizioni, ma anche con la consapevolezza di aver già vinto il loro campionato con questa rimonta prodigiosa. A conti fatti quella che ha tutto da perdere è l'Inter, una corazzata costruita per vincere: anzi ancor più Mourinho costretto a far meglio del suo precedessore Mancini. Sarà comunque, classifica a parte, una partita vera tra due squadre che vogliono dimostrare di meritare il vertice del campionato. Ranieri, che ha conquistato gli stessi punti del collega portoghese (per la differenza pesa ancora l'eredità di Spalletti), si ritrova tra le mani una Roma rinvigorita dal successo a Bologna dove ha fatto registrare il ventesimo risultato utile consecutivo. E il tecnico non può che rendere omaggio alla sua squadra che s'è meritata una serata così: almeno il fatto di poterla giocare questa partita a -4. «I ragazzi se la sono sudata e meritata. Se dovessi decidere la formazione in base a chi l'ha meritata, dovrebbero giocare in ventiquattro allora».   Ma è ovvio che a catalizzare l'attenzione della serata sarà il rientro di Totti che torna a disposizione di Ranieri 42 giorni dopo il problema al ginocchio: per la prima volta, stasera, il tecnico giallorosso avrà la Roma al completo a disposizione. «Il capitano sta bene... ho già deciso» spiega Ranieri che però non si sbilancia sulla formazione: anche se l'idea comunque è che Totti partirà dalla panchina, così come successe in occasione dell'altro ritorno contro la Juventus. Alla fine quello che la sente più questa partita è proprio Ranieri... e lo ammette. «Sono emozionatissimo, tesissimo. È una bella partita, interessante. Spero che non sia l'unica importante in questo finale. Sennò sarebbe finito tutto se fosse l'unica. Mi auguro che ce ne siano altre importanti». Tra due squadre così vicine, ma allo stesso tempo così lontane. Spiega: «La Roma deve essere leggera, consapevole della propria forza. L'Inter è arcigna, una superpotenza inattaccabile. Non possiamo essere come loro, ma credo che domani (oggi, ndr) rischi di più l'Inter, devono vincere lo scudetto. Noi, se lo perdono, dobbiamo esserci e ci proveremo. Ma male che va, perdiamo: siamo là e ce la giochiamo a pari punti con il Milan. Più di perdere non possiamo...».   Ma sa benissimo che i suoi daranno del filo da torcere alla capolista. «Stiamo meglio di prima. Ho detto sempre che dopo l'Inter ci dobbiamo essere noi. Se l'Inter non dovesse vincere lo scudetto, noi dobbiamo essere lì. Vincere all'Olimpico sarebbe simpatico ma non perdere sarebbe importante perché ce la potremo giocare ancora». Già, e il «sold out» dell'impianto romano sta lì a dimostrarlo: Roma ci crede ancora.  

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