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Fabiana Pellegrino Torino insegna che i sogni si avverano e quello di Federica Faiella e Massimo Scali è lungo quanto la loro storia.

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Lapremiata ditta romana vola e commuove sulle note degli «Immigranti» di Rota. La loro medaglia nel terzo posto ci sta stretta perché in sé trattiene dieci anni di morti e resurrezioni. Gli azzurri, a fine gara, non riescono a trattenere l'emozione e urlano quello che tutta l'Italia voleva sentire: «Non ci ritiriamo». Davanti a loro c'è la battaglia dei titani tra i canadesi Virtue e Moir (oro con 224.43) e gli statunitensi Davis e White (argento con 223.03). Federica e Massimo, due corpi di una sola anima, romani emigranti d'America, tenaci, genuini, perfetti. Hanno il paradiso in tasca, finalmente, e se lo meritano tutto. Un inverno di classe con l'argento degli Europei di Tallinn e il quinto posto di Vancouver. Un bronzo prezioso per la danza italiana che solo con Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio ha conosciuto il podio mondiale (oro nel 2001 e argento nel 2000). Nei quattro minuti più lunghi della loro vita i veterani del ghiaccio azzurro commuovono tutto il Palavela. Alla fine lui e lei si stringono in un abbraccio e restano lì, in mezzo alla pista, a godersi il loro sogno. «Senza Massimo non sarei stata qui», ha detto lei. «Federica è stata magnifica», ha risposto lui. I francesi erano la loro insidia peggiore ma chiudono quarti, com'era già nei disegni di questi Campionati del Mondo. La coppia Cappellini e Lanotte saluta Torino con un errore nel cuore, ma anche la convinzione di essere il futuro del ghiaccio italiano. Se una medaglia s'è tinta d'azzurro, ora non resta che sperare per l'altro sogno italiano. Ieri la caduta delle dee ha sollevato l'Italia al quarto posto. Lo stesso Paese del «disastro Carolina» si è ritrovato dopo il corto in zona medaglie e se prima pregava per la «resurrezione Kostner», oggi invoca un riscatto d'orgoglio. Carolina ha giocato in difesa con scelte prudenti che pure alla fine hanno pagato con un buon 62.20. Davanti, imprendibile, c'è la «danza della gioia» della statunitense Mirai Nagasu (a quota 70.40). La regina, invece, è caduta. Yu-Na Kim ha avuto problemi con il piede sinistro e ha concluso a 60.30, mentre la grazia liquida della giapponese Asado si è «fermata» al secondo posto. La battaglia è ancora aperta, non resta che aspettare il ritorno della «principessa azzurra».

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