Metamorfosi targata Reja

Dieci punti in sette partite: l'allenatore può sorridere, più per la brillante prestazione dei suoi che per i risultati degli altri campi dove l'Atalanta resta in corsa e non perde terreno. I biancocelesti nelle ultime due giornate hanno fatto il pieno grazie ai successi contro Cagliari e Siena, sei punti che son valsi l'aggancio all'Udinese a quota 32: a otto partite dal termine la Lazio ha 4 lunghezze di vantaggio sulla terz'ultima. I biancocelesti sono stati brillanti, coraggiosi, atleticamente preparati. Il segreto del successo ha un nome e un cognome: Edy Reja. Con lui la Lazio è diventata squadra, lo spogliatoio è diventato gruppo. Affiatato, combattivo, e soprattutto vincente. In meno di due mesi il tecnico friulano ha saputo rianimare i suoi giocatori, sia dal punto di vista fisico che mentale. Il gioco non sarà ancora spumeggiante, ma è concreto, funzionale a una classifica avara di punti. Fra tre giorni c'è il Milan, sconfitto a Parma ma ancora attento alla corsa scudetto: ma oggi il Diavolo non è così brutto come lo si dipinge. Soprattutto immaginandolo senza Pirlo e Ronaldinho che salteranno per squalifica la sfida di San Siro. «Portar via un punto da Milano non sarà semplice - ammette il tecnico - ma andremo sicuramente a giocarcela. La prestazione è stata ottima, la squadra è più sicura. Sul piano della voglia, della determinazione, dell'aggressività abbiamo trovato lo spirito giusto. Ora è lecito essere ottimisti nonostante un calendario non facile». Reja sorride, ma non troppo: il cammino è ancora lungo. «Con la vittoria dell'Atalanta la quota salvezza si alza - confessa l'allenatore - ora è salita a 40 punti, ma vedremo più avanti, potrebbe innalzarsi ancora. Lo spirito della squadra è completamente diverso, il gruppo funziona, ora si è formato un branco che va a caccia della preda». Il tecnico fa il bilancio settimanale trovando conforto nei numeri. «Sei punti su due partite è un risultato apprezzabile, soprattutto se consideriamo che quello con il Siena era uno scontro diretto. Siamo in progresso, anche contro il Milan mi aspetto una prestazione di spessore. Stasera - ieri n.d.r. - abbiamo creato almeno sei occasioni da gol e, nonostante i nostri avversari abbiano giocato con quattro punte, la mia difesa non ha rischiato niente». Il tecnico è soddisfatto: non ha sbagliato nulla ed è stato premiato anche dai cambi. «Il gol di Cruz è stato liberatorio - ammette l'allenatore - ha regalato sicurezza. È un giocatore importante, motivato. Zarate? Volevo dare maggior spessore all'attacco. Volevo giocasse in avanti, ma lui è abituato a ritornare, era spesso dietro alla linea di Rocchi. Un giocatore così importante è inutile che cerchi dei colpi a centrocampo. Li deve fare al limite dell'area perchè da lì diventa imprendibile».