Volata Mondiale

Italia contro il resto del mondo. Sarà il leit motiv della volata scudetto rianimata dall'ultima giornata di campionato che ha racchiuso Inter, Milan e Roma in quattro punti. E per Italia s'intende Roma, la squadra tra le tre in corsa con il maggior numero di italiani, forse l'unica che ha un dna italiano nel sangue: a partire dal veracissimo Ranieri unico tecnico dei tre Made in Italy. Squadre diverse, con anime altrettanto lontane e spogliatoi legati a ideologie e inni diversi. Sostanzialmente italiano quello giallorosso di Trigoria compattato dall'imminente rientro di Totti che troverà un Toni in grande spolvero ad aspettarlo. Si riunirà così la coppia che valse il mondiale vinto in Germania dall'Italia di Lippi: uno che ai due insieme pensa (e spera...) ancora. E non poco! Vive di samba e ritmi sudamericani il Milan che ha proprio nel suo condottiero brasiliano (seppur molto italianizzato) il primo artefice della rimonta dei rossoneri ai danni dell'Inter capolista. Leonardo ne ha addirittura sette di reduci dal mondiale vinto in quella mitica notte di Berlino (Oddo, Nesta, Zambrotta, Pirlo, Ambrosini, Gattuso, Inzaghi), ma resta un Milan a trazione brasiliana nonostante la perdita di Pato che dovrà restare fermo almeno tre settimane. Difficile assegnare una connotazione geo-politica all'Inter di Mourinho di fatto una multinazionale del calcio. La corazzata nerazzurra ha da qualche anno a questa parte un'anima argentina nonostante le partenze di Crespo, Cruz e Burdisso. Milito, il più prolifico dell'Inter in questa stagione, guida la squadriglia argentina fondata da capitan Zanetti e che vede nelle sua fila talenti del calibro di Samuel e Cambiasso. E non è un caso se nella squadra nerazzurra, dove la lingua madre era e resta il portoghese (Mourinho docet), è l'unica delle tre in corsa per la volata finale ad avere un solo campione del mondo targato Italia: quel Materazzi che costò la finale di Berlino e decretò l'addio al calcio di Zidane. Tutto aperto e qualche indiscrezione sull'esito finale dovrebbe arrivare allo scontro diretto in programma sabato prossimo all'Olimpico tra Roma e Inter. Ma prima un turno infrasettimanale che potrebbe riservare qualche sorpresa: sulla carta l'Inter ha la partita più semplice ospitando un Livorno che dopo il ko di Bergamo naviga inesorabilmente sul fondo della classifica. Trasferte tutt'altro che semplici per Milan (a Parma) e Roma (a Bologna) che dovranno cercare di restare in scia alla capolista lontano dalle mura amiche di casa. Sarà insomma il calendario di queste ultime nove giornate rimaste da giocare, il vero ago della bilancia per la corsa scudetto che resta ancora apertissima. Ovvio che l'Inter parta con il vento in poppa, forte di qualche punto di vantaggio, ma ha la «preoccupazione» Champions che toglierà alla capolista forze fisiche e mentali. Il Cska non è un avversario impossibile per i quarti di finale della massima competizione europea, ma sarà comunque una gara che i nerazzurri non potranno sbagliare. Il Milan è quello che forse ha il calendario peggiore, soprattutto prendendo in esame le ultime cinque giornate e ha perso per strada pezzi importanti. La Roma invece sembra aver ritrovato lo smalto e gli stimoli di una volta, Ranieri ha gli «undici lupi famelici» che aveva chiesto alla vigilia della sfida con l'Udinese e un Totti rientrante. Sarà un caso se i bookmaker inglesi hanno dimezzato la quota (da 15 a 7) sullo scudetto ai giallorossi? No, quelli non sbagliano mai... o quasi!