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Quello che è successo a Cagliari ha dell'incredibile.

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Sembravauna squadra perfetta. Gli attaccanti che trascinavano i centrocampisti, la difesa che sembrava impenetrabile e che di fatto ha subito pochissimo. Potevamo vincere cinque a zero: ripartenze, tagli, manovra corale, cambi di marcia per tutto il campo. Ma dove stava questa Lazio prima? Perché si è arrivato fino a questo punto e solo sull'orlo del baratro c'è stata la prova d'orgoglio? Adesso però vediamo se tutto quello che i giocatori biancocelesti hanno saputo dimostrare al Sant'Elia lo dovranno scaricare in campo anche mercoledì sera contro il Siena in una partita decisiva vista anche la vittoria di ieri della squadra di Mezzaroma contro il Bologna. Floccari e Rocchi un gol a testa, la difesa con Biava, Stendardo e Dias sempre concentrata. Mauri in grande spolvero con l'assistenza di un centrocampo che ha lottato su ogni pallone. Poi l'abbraccio finale in mezzo al campo unito alla gioia dei tifosi giunti a Cagliari in traghetto. Ecco mi voglio soffermare su quel manipolo biancoceleste che ha rischiato ma finalmente è riuscito a vedere una grande prova della Lazio. Adesso niente scherzi perché le vittorie di Atalanta e Siena non ci tirano fuori dalla mischia anche se il vantaggio sulla zona retrocessione è salito a quattro punti. Proviamo a toglierci definitivamente questa grande paura e poi il 16 maggio si faranno i conti finali. Prima la salvezza poi tutti gli altri discorsi e sarebbe bello battere il Siena e provare a rialzare la testa.

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