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Senza stadi l'Italia resta in serie b

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Siamorimasti aggrappati soltanto all'Inter o, se preferite, a Mourinho grande protagonista della vittoria ottenuta sul campo del Chelsea, ottenuta con due scelte certamente coraggiose. Mi riferisco alla formazione, chiaramente offensiva, che ha schierato sul campo ed alla decisione di lasciare a Milano Mario Balotelli. Provate ad immaginare le dimensioni e la portata delle polemiche se l'Inter fosse stata eliminata. Nell'escludere Balotelli dalla trasferta, Mourinho ha imposto al giocatore ma probabilmente anche alla società il suo parere. Inoltre ha motivato al meglio i giocatori che sono poi andati in campo dicendo praticamente loro: «dimostrate di non avere bisogno di Mario». Ha funzionato. Forse c'era un rigore per la squadra di Ancelotti, ma la vittoria dell'Inter mi è sembrata limpida. Il percorso ancora da compiere per riuscire a vincere, dopo moltissimi anni, una Champions è ancora lungo perché si sono tre ostacoli e cinque partite da superare (due nei quarti ed in semifinale, più la finale) ma intanto il calcio italiano ha evitato di esporre il cartello di fallimento in una stagione che, a livello internazionale, è stata colma di delusioni e di amarezze. Il ko subito dal Milan a Manchester ha fatto seguito alla ingloriosa eliminazione della Roma da parte del Panatinaikos ed a quella, ancora più vergognosa, della Juventus contro il Fulham. Anche se quest'anno l'Inghilterra ha portato soltanto due squadre ai quarti di finale della Champions, non era necessario attendere i risultati di questa edizione per dimostrare come il campionato inglese sia nettamente superiore, per organizzazione e qualità, a quelli che si svolgono negli altri paesi europei. Inutile rifarsi all'invasione di calciatori stranieri perché anche è un fenomeno diffuso anche altrove. Semmai questo aspetto può servire a spiegare certe differenze di rendimento tra le squadre di club e la squadra nazionale anche se non fa piacere che la squadra che ha dominato le ultime stagioni del nostro campionato sia stata riempita da stranieri oltre il limite della decenza. Il mio personalissimo e quindi opinabile parere, è che il settore nel quale il nostro campionato è nettamente inferiore a quello inglese (ed ora anche a quello tedesco) è nella politica degli stadi. Un'intensa campagna mediatica ma anche una fortunata e contingente situazione di classifica ha determinato una buona presenza di pubblico per il recente Roma-Milan ma di quel successo è rimasto ben poco in Roma-Udinese. Il nostro calcio ha perso negli ultimi venti anni quasi il 50 per cento al botteghino, una situazione che determinerebbe il fallimento di qualsiasi azienda condotta con sani criteri industriali. Purtroppo la cultura dello stadio è completamente assente anche presso i tifosi, i quali invocano solo l'acquisto del grande campione ma poco si preoccupano per le difficoltà che si incontrano per andare a vedere (male) una partita.

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