Mourinho e Inter tutto in una notte

LONDRA - Niente di personale. Lo Special One torna nella sua Stamford Bridge dove ha fatto la storia del Chelsea. Questa sera Josè Mourinho siederà sulla panchina dell'Inter e non ci sarà spazio per i sentimenti. Il suo compito è sfatare il tabù che vede i nerazzurri fermarsi agli ottavi di Champions League da tre anni a questa parte e anche se dovrà dare un dispiacere ai suoi vecchi tifosi. «Dovrò controllare le mie emozioni - le parole del tecnico di Setubal alla vigilia - ho una partita importante da giocare e mi voglio concentrare su questo. Ma è come tornare a casa, non è la stessa cosa di andare a giocare sul campo del Manchester o dell'Arsenal». Il suo legame con i Blues è ancora vivo, Mou non lo nasconde «ma questo non deve essere confuso con la mia professionalità, con il desiderio di vincere». Nella notte di Londra - durante la gara - niente amici: Per 90 minuti io non conosco nessuno - afferma - per me la questione non è eliminare il Chelsea ma andare ai quarti. Se ce la faremo sarà un momento importante per l'Inter, che non vince la Champions da tanti anni, che non raggiunge i quarti da anni. Non ho niente da dimostrare al Chelsea, ai suoi giocatori, ai suoi tifosi o alla dirigenza». Si scalda il Mago di Setubal, anche quando si parla, di riflesso, della sconfitta dell'Inter a Catania e del Milan a -1. «Sappiamo quello che è successo in campionato, sappiamo quando è iniziato tutto, in che modo squadre hanno perso punti e altre ne hanno guadagnati, sappiamo come si è riaperto il campionato ma non c'è alcuna relazione con la Champions League». Anche quando gli si chiede della squalifica Mou non parla apertamente ma lascia partire frecciate non poi tanto velate. «Sarò in panchina e finirò sicuramente la partita - prosegue - non ci sarà alcun tipo di problema. Di quello che succede in Italia meglio non parlare davanti alla stampa inglese e di altri Paesi. E poi preferisco non parlare per due ragioni: perchè c'è la Champions e perchè se parlo resterò ancora 3 partite in tribuna».