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Seedorf riapre i giochi

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Seedorf abbraccia Ronaldinho subito dopo il gol

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MILANO -  È l'anti-Inter. Anche perché la Roma, e tutte le inseguitrici dei nerazzurri, rallentano. Di sicuro, però, il Milan mostra tutte le difficoltà possibili nel superare un ottimo Chievo, che fa un grande pressing per tutta la gara, si difende in undici e non smette mai di stare addosso al portatore di palla avversario. Buona parte del demerito però, prima del gol liberatorio di Seedorf nel recupero del secondo tempo con un gran tiro all'incrocio, è di un Milan che tira tantissimo nel primo tempo, e crea una quantità di palle gol incredibile nella ripresa, ma non riesce mai a segnare. Un po' per sfortuna, come in occasione del palo di Ronaldinho a metà del secondo tempo, ma soprattutto per l'incredibile imprecisione dei suoi attaccanti. Con Inzaghi che nonostante giochi solo una parte del secondo tempo si rende molto più pericoloso di un Borriello sotto tono. E con Beckham e Ronaldinho che all'inizio creano meno del previsto, soprattutto l'inglese, uscito poi per infortunio nel finale: per lui la rottura del tendine d'Achille della gamba sinistra. Operazione obbligatoria e addio quasi certo al mondiale. Pirlo e Ronaldinho su punizione, Beckham da fuori, il colpo di testa di Borriello, che genera l'unico intervento di Sorrentino nell'intero primo tempo. I pericoli veri però li crea il Chievo: con la traversa di testa colpita da Mantovani, con Abbiati superato ma non battuto. Col gol ingiustamente annullato per fuorigioco a Yepes, che raccoglie un tiro di Pinzi non trattenuto da Abbiati e mette inutilmente in porta. Il Milan però non molla, anzi approfitta della stanchezza degli avversari e, finalmente, nella ripresa alza il ritmo. Rischia, e non poco, per tutta la ripresa: peché il Chievo si avvicina al contropiede vincente più volte. In particolare con Pellissier, che riesce a saltare Abbiati ma poi sbaglia l'appoggio da lontano, a porta vuota. Ma non smette mai di attaccare, e provarci. Andandoci molto, troppo vicino per non riuscire a passare. Invece a un certo punto sembra davvero stregata la porta di Sorrentino, con Inzaghi che si dispera, Dinho che spreca a sua volta grandissime occasioni e Beckham che si mangia un vantaggio già fatto, a tu per tu col portiere, quando mancano meno di cinque minuti al termine. Dovrebbe essere il momento di Inzaghi, comunque positivo, diventa quello di Seedorf, che premeva da tempo per entrare. Alla fine, nonostante l'assedio, al Milan possono dire sia andata bene. Il campionato è completamente riaperto, e il Milan ha un solo obiettivo a differenza dell'Inter. Con la Roma a fare da incognita. E forse a decidere tutto, nella sfida di fine marzo. Alla fine la gioia del match-winner Seedorf: «Ora l'Inter sa che siamo a -1. Il cambio? Leonardo mi ha chiesto se ero pronto, io gli ho detto che sono nato pronto».

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