Lazio, rischio fallimento
Cinquanta milioni, forse qualcosa di meno ma siamo lì. Tanto costerebbe alla Lazio la retrocessione in serie B. Un'ipotesi che né tifosi né la società vuole accettare senza lottare come accaduto nelle ultime partite (un punto in quattro gare). La squadra deve assumersi le proprie responsabilità e sapere che dietro alla discesa all'inferno non c'è solo un naturale ridimensionamento economico ma un tracollo che porterà il fallimento non solo sportivo. Senza quel «cinquantino» che finora ha consentito alla Lazio un sostanziale autofinanziamento non c'è speranza a meno che non si faccia un aumento di capitale oppure arrivi un acquirente facoltoso che voglia investire nella società almeno 150-200 milioni. Sì, perchè in B, ci sarebbe da ridiscutere il concordato col fisco che è stato firmato nella primavera di cinque anni fa. E su basi diverse perché non ci sarebbero le garanzie che arrivano da diritti tv in serie A oltre agli abbonamenti che a quel punto avrebbero una contrazione perlomento del 50%. Da giugno poi ci sarà la divisione collettiva dei soldi che arrivano dalle televisioni e la Lazio potrebbe al massimo arrivare a cinque milioni come società seppur molto seguita della serie cadetta. In passato la Juve è andata in B ma aveva il suo accordo con Sky e se l'è portato dietro, adesso non funziona più così e quindi non c'è possibilità di strappare cifre più alte. Senza calcolare gli sponsor, non quello sulle maglie perché il club è senza contratti ufficiali ma di volta in volta trova aziende che legano il loro nome alla Lazio, ma quello tecnico potrà chiedere una drastica riduzione della cifra che paga alla società biancoceleste. Inoltre ci sarebbe la gestione corrente oltre al pagamento di alcuni giocatori che sono stati acquistati con pagamento triennale: i costi sarebbero a quel punto inostenibili e non basterebbe nemmeno la vendita dei pezzi migliori a «sanare» la situazione. Dunque c'è poco da stare allegri perché non ci si può nemmeno consolare con il lodo Petrucci che prima consentiva, in caso di fallimento, di ripartire dalla categoria inferiore. La modifica della norma della Figc di qualche anno fa ha portato a due le categorie perse rispetto a quella in cui ci si dovrebbe iscrivere, quindi dalla B si scenderebbe nelle ex C2, in quarta serie per intenderci. In caso di tracollo economico, la Lazio non avrebbe più l'aquila. il simbolo tanto amato, perdendo la propria identità che era stata difesa strenuamente nel 2004. Insomma si rischia di mandare in fumo 110 anni di storia per colpa di una stagione maledetta. Nel frattempo Lotito deve trovare le soluzioni migliori per evitare questa tragica eventualità. Tecniche ed economiche.