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La strana domenica di Zarate in Curva Nord

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Lagiornata di Zarate in Curva Nord era iniziata tra gli applausi ed i cori della festante tifoseria laziale, che aveva accolto il suo idolo nel proprio territorio, ma è terminata con l'amarezza per la pesante sconfitta della squadra. Alle 13,45 Murito è giunto allo stadio in compagnia dell'inseparabile manager argentino Luis Ruzzi e di un amico, poi intorno alle 14,30 è entrato in curva, praticamente scortato dai responsabili della tifoseria, e sommerso dall'affetto dei sostenitori biancocelesti che avevano preparato per l'argentino uno striscione: «Maurito tutta la vita». Zarate ha seguito la gara a cavalcioni della balaustra, all'altezza dello stendardo con l'immagine di Gabriele Sandri, incitando i compagni, impegnati nella dura sfida contro il Bari. L'attaccante laziale ha richiamato in diverse occasioni l'attenzione di Muslera nel primo tempo, quando l'uruguaiano difendeva la porta sotto la Nord. Al coro «Un gol per la Curva Nord» Maurito ha fatto finta di andare verso il terreno di gioco, per scendere in campo e regalare un gol ai suoi sostenitori. Zarate ha sofferto, intonato i cori, ha battuto le mani, vivendo le emozioni da tifoso tra i tifosi. Al momento del rigore di Kolarov, che poteva riaprire la partita sul 2-0 per il Bari, l'argentino non è riuscito a guardare, attanagliato dalla tensione. Dopo il boato dei baresi che ha sottolineato l'errore del serbo, quasi in lacrime il numero dieci laziale è sceso dalla balaustra sedendosi sui gradoni con le mani nei capelli, distrutto dallo sconforto per l'ennesima debacle. Il volto di Maurito era l'immagine della delusione, e a quel punto ha lasciato la Curva per tornare negli spogliatoi.

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