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L'Inter frana a Catania

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Jose Mourinho

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Crisi? Forse. Tracollo? Da un certo punto della gara in avanti sì. Ragione? Ci pensa Muntari. In un minuto. Entra al 34', si fa ammonire pochi secondi dopo, si fa espellere in un minuto causando con un fallo di mano in area il rigore che Mascara trasforma con un cucchiaio incredibile, per il 2 a 1 momentaneo, poi completato magistralmente da Martinez nel finale, con l'Inter ormai in dieci e allo sbando, anche tatticamente. E adesso per Mourinho e l'Inter sono dolori: potenzialmente il Milan domenica potrebbe ritrovarsi a -1, proprio a due giorni dalla sfida decisiva di Champions che vedrà la capolista opposta al Chelsea. Moratti non sarà contento: anche perché s'era già lamentato dopo la gara col Genoa, sostenendo che non basta giocare un tempo per imporsi in serie A, anche se ti chiami Inter e hai in rosa dei campioni straordinari come Sneijder, Eto'o e Milito: guarda caso i tre che hanno orchestrato, al nono della ripresa, il contropiede perfetto che sembrava regalare tre punti chiave per la classifica dei nerazzurri, e che invece non scaccia gli incubi dei quattro pareggi nelle ultime cinque gare giocate, anzi costringendo Mourinho, nel prossimo turno, a tornare in panchina per ridare grinta e ritmo a una squadra davvero involuta. Un tempo era bastato a Udine, aveva comunque salvato i nerazzurri col Genoa, nulla ha potuto a Catania, anche perché s'è ulteriormente ridotto a 20 minuti circa, a inizio ripresa, dopo che nel primo tempo gli uomini di Mihajlovic hanno fatto la partita, creato le occasioni e mancato il vantaggio soprattutto per colpe, più o meno evidenti, dei suoi attaccanti. Ricchiuti su tutti: che al 12' si mangia un gol, solo davanti a Julio Cesar, tirandogli addosso un rasoterra. Mezz'ora dopo si ripete, sempre in negativo, permettendo a Lucio di immolarsi e deviare in corner il suo tiro a botta sicura. E l'Inter? Non pervenuta, se non per un paio di azioni, comunque lente e troppo elaborate, che hanno portato al tiro prima Eto'o e poi ancora Sneijder, sicuramente tra i migliori dei suoi. L'unico, in particolare, che cerca la profondità e di anticipare i tempi. Gli altri dormono. O comunque camminano, non corrono di certo. Come contro il Genoa, a San Siro, e in altre occasioni ultimamente. Prestazioni pagate con due punti lasciati ai diretti inseguitori, finora. E che adesso continuano a preoccupare, sempre di più. Perché il campionato è completamente riaperto, proprio a pochi giorni dalla partita di Stamford: il peggior viatico possibile, per quella che sarà una battaglia da affrontare al massimo per 90 minuti: altro che un tempo o 20 minuti in tutto. Ma soprattutto in ottica scudetto. Il Milan è lì, la Roma può arrivare a -4 dalla vetta subito, per poi poter contare sullo scontro diretto in casa, tra due settimane. Nessuno si sarebbe aspettato un calo del genere, in casa nerazzurra. Che tra l'altro dovrà vedersela anche col fortissimo Palermo di questo periodo, domenica prossima. Solo notizie negative per Mou, insomma, in questo venerdì di Quaresima dalla prestazione magra e dal digiuno di punti in classifica. Per una volta in stagione, la prima da quando Mou siede sulla panchina nerazzurra, oltre al rumore il portoghese dovrà far fronte anche al fiato dei nemici, che ha ormai sul collo.

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