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Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà l'anno della Ferrari.

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Noncredo di lanciarmi in una precoce fuga in avanti dicendo che il risultato delle prime qualifiche ufficiali del Mondiale rappresenta non solo la fotografia di quel che ci si attendeva in seguito ai test invernali ma anche, e soprattutto, il trailer del film che verrà proiettato da oggi a metà novembre: Ferrari fortissima sul passo di gara ma molto competitiva anche in qualifica; Red Bull guidata dal pilota che dominerà il prossimo decennio della F1 e capace di mirabolanti prestazioni velocistiche ma incostante e poco affidabile; McLaren non all'altezza delle due avversarie (ben 6 decimi ieri fra Hamilton e Alonso, addirittura 1”1 di distacco dalla pole di Vettel!); Mercedes (la ex Brawn, orba degli illeciti vantaggi di cui potette godere l'anno scorso) non in grado di inserirsi al vertice se Schumacher non compirà improbabili miracoli. Se tutto andrà come deve andare, insomma, oggi in Bahrain la Ferrari coglierà una doppietta, perché è scontato che Vettel sarà una lepre non solo destinata a restare presto a corto di fiato ma anche a forte rischio di zoppìa. Paradossalmente, però, sarà proprio nel momento in cui si ritroverà con la gara in pugno che per la Ferrari cominceranno i problemi. Perché se i rapporti di forza sono quelli che abbiamo visto nelle qualifiche di ieri (e se la Red Bull non guarirà dai malanni di gioventù più in fretta di quanto seppe fare nel 2009) la lotta per il titolo sarà presto ristretta solo ai due men in red, col rischio che si venga a creare una situazione esplosiva come quella (Alonso-Hamilton) che costò il Mondiale 2007 alla McLaren. Il due volte campione del mondo Alonso, infatti, non è certamente venuto a Maranello (portandosi pure dietro uno sponsor da 80 milioni di euro l'anno) per sentirsi messo alla pari con Massa. Il quale Massa, dal canto suo, non solo è uno che «nun ce vole sta'» ma è anche capace di andare forte. Non ha la stoffa del campionissimo, mancando della costante solidità, della regolarità e del cinico realismo necessari a gestire le giornate-no, ma per Alonso può rappresentare il classico «pain in the ass» (come dicono gli inglesi e come non traduco in italiano per non meritarmi una censura). Per Domenicali, giovane capo della Scuderia Ferrari cui va un grande plauso per l'eccezionale lavoro svolto dal team in inverno, la gestione dei piloti rappresenterà il vero esame di laurea.

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