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Tonino Carino riposerà accanto a Rozzi

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Dalteleschermo, «Novantesimo minuto» trasmetteva emozioni ma soprattutto divertimento, da Napoli Luigi Necco, ma uno dei più attesi era «Tonino Carino da Ascoli», un giovane collega che ci faceva amare quella città e il vecchio stadio Del Duca presidiato da un monumento di simpatia come Costantino Rozzi. Aveva un solido retroterra di cronista, anche di eventi importanti degli anni di piombo, seppe trasferire al mondo dello sport la sua dote più significativa, quell'autoironia che gli avrebbe garantito la popolarità. Inconfondibili le concessioni, volute, al dialetto marchigiano, così da relegare in secondo piano gli aspetti tecnici del collegamento, una civetteria anche l'abbigliamento non proprio in linea con l'elegante sobrietà di un Lord Byron, un altro modo intelligente di garantirsi affetto e attenzione. Chiusa la parentesi attiva, da molti è stata rimpianto quello stile anomalo, gergo e toni talvolta da ultras di curva, che avevano grande presa sui telespettatori non particolarmente legati al mondo del calcio. Si era ritagliato il suo spazio, negli ultimi anni, con tante comparsate televisive accolte con favore, perché non rinnegavano, ma anzi esaltavano, il personaggio singolare che aveva interpretato. Un caro amico che se ne è andato troppo presto, una delle tante amare sorprese che la vita ci riserva: inaridendo le parole, non il ricordo affettuoso.

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