Riscatto rosso Gli ingredienti ci sono tutti
Maicome quest'anno la Ferrari è attesa dai tifosi alla prova della pista con un misto di paura-speranza paragonabile a quello che morde le viscere alla vigilia di un Mondiale. Le premesse per riconquistare, se non proprio la supremazia dell'era-Schumacher, almeno quel titolo che sfugge dal 2007 (e anche allora arrivò più per l'incredibile crollo nervoso di Hamilton che per merito diretto), sembrano esserci tutte. C'è Fernando Alonso, già due volte campione del mondo proprio ai danni di Schumi, e che anche in virtù della duplice bastonata che spinse al ritiro il fenomeno tedesco va considerato come il migliore dei 26 piloti in lizza. C'è una macchina, la F10, che i test invernali e le simulazioni di gara al computer certificano in grado di doppiare anche l'avversaria più forte, la McLaren, sempreché riesca finalmente a risolvere il problema delle qualifiche, dove non esprime un potenziale velocistico che la metta al riparo dal rischio di partire, e rimanere, alle spalle di avversari più lenti. C'è un team che ha ormai trovato la sua nuova dimensione - molto italiana, molto orgogliosa, molto affiatata - dopo essere stato per qualche anno vittima delle tensioni interne seguite al passaggio del timone del comando da Todt a Domenicali. La Gestione Sportiva della Ferrari è stata finalmente «mondata» dalle incrostazioni dell'era-Todt e lo stesso Domenicali ha raggiunto, grazie all'esperienza, la dimensione di un supermanager capace di rimanere, dentro, un ragazzo innamorato della Ferrari e scevro da manie di grandezza. C'è una struttura tecnica molto omogenea a quella organizzativa, anch'essa più italiana che mai e capace di coniugare innovazione (la F10 ha un rivoluzionario gruppo motopropulsore inclinato verso l'alto per favorire l'aerodinamica inferiore) e affidabilità. Il nuovo capo del Reparto Motori, Luca Marmorini (ex fuoriuscito dell'era-Todt) è convinto di aver risolto il più grave difetto del V8 rosso, diminuendone i consumi al livello di quelli del rivale Mercedes. Insomma, il «pacchetto» sembra di primissima qualità. Ma allo stesso tempo c'è qualche punto interrogativo. Mettiamo da parte il timore che qualcuno (la Mercedes di Ross Brawn, tanto per non fare nomi...) si presenti in pista con qualche diavoleria sinora tenuta abilmente nascosta. Restano però i seguenti dubbi: 1) Avere due galli nel pollaio è una politica perdente. Riuscirà la Ferrari a tenere a bada quella testa calda di Felipe Massa e a fargli fare il valletto di Alonso? 2) Il budget a disposizione della Gestione Sportiva, notevolmente ridotto perché così richiedono le nuove norme e per la situazione economica generale, sarà sufficiente a garantire adeguato sviluppo per tutto l'arco della stagione? 3) Se le cose dovessero andare inizialmente male, la struttura - stressata da anni di insuccessi, battaglie e polemiche non soltanto esterne - reggerà all'assalto dei nemici (neppure loro soltanto esterni)?