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Tutt'altra musica nella ripresa, lo zero a zero ha comunque resistito.

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Soltantolucidità e realistica logica, non scaramanzia da quattro soldi, nelle parole di Claudio Ranieri alla vigilia della sfida con il Milan: che pure il tifo, comprensibilmente, continuava a voler interpretare in chiave scudetto. Nessuno come il tecnico giallorosso era in grado di valutare, scavalcando il livello emotivo, la condizione della sua squadra in vista del famoso rettilineo dopo il curvone. C'era un debito da pagare a una rincorsa lunghissima, e non ancora interrotta, rincorsa condotta da una pattuglia ristretta, almeno nel confronto con le disponibilità garantite dagli organici delle milanesi, che non a caso conducono le danze. E adesso, come troppo spesso accade da queste parti, gli scienziati del bar già allestiscono processi alle scelte del tecnico, come se una vittoria dipendesse dalla volontà e dagli atteggiamenti, non dalle reali risorse. Si discutono le soluzioni proposte da un professionista di antica e gloriosa milizia, si parla di Menez e magari Cerci come i possibili artefici di un possibile aggancio al secondo posto. Lo impone la moda, e non è una moda recente, ho visto abbastanza calcio per poter affermare come, nella storia, i vincenti siano puntualmente quelli che non si sono alzati dalla panchina. Traguardo decisivo, adesso, tenere a distanza Palermo e Juventus, interpretare dunque al meglio la trasferta di Livorno, la barricata avversaria non è il tema tattico più adatto per esaltare le prerogative della Roma. Che, se non altro si è tolta dalla schiena l'incubo del giovedì sera, quella Europa League ridicola nella proposizione e sopravvalutata dai sognatori. Senza dimenticare che anche la Samp torna alle ambizioni di Champions emerse dopo lo splendido avvio di stagione, può consolare la seconda sconfitta del Napoli di Mazzarri, che però a Bologna avrebbe meritato meno arcigna sorte. Proprio gli emiliani si sono aggiunti al sereno trenino di centroclassifica, lasciando la zona più insidiosa. Zona a immediato ridosso della quale è rimasta la Lazio, già vanificate le promesse di Parma con la nuova gestione, già smarrita una possibile nuova identità. Affascinante il progetto di tridente offensivo, ma non so quanto in linea con le priorità di una suadra ora da sola alle spalle del terzetto attualmente da Serie B. Qualche scelta difficile da condividere, come l'esclusione di Matuzalem, da spiegare soprattutto il nervosimo che, al di là della seconda espulsione di Reja, costerà almeno due giornate di stop a Zarate. E domenica arriva il Bari, appena uscito dal tunnel a spese del Chievo, contro i pugliesi sono almeno gratuiti i falli da rigore, tanto non ne mettono dentro uno neanche sotto tortura. Gianfranco Giubilo

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