Reja arma il tridente
Lazio,avanti tutta. Il tecnico biancoceleste Edy Reja sceglie una squadra d'attacco per affrontare la sfida contro la Sampdoria: oggi a Marassi scenderà in campo una formazione col tridente pesante: spazio a Rocchi, Floccari e Zarate. L'obiettivo è bloccare le fasce laterali in modo da soffocare sul nascere lo sviluppo del gioco dei blucerchiati. L'allenatore laziale confida in un atteggiamento coraggioso da parte dei suoi uomini. «Voglio una squadra aggressiva - afferma il tecnico di Gorizia - non ci si difende arretrando, ma attaccando gli avversari, pressandoli, bloccando sul nascere le loro iniziative. Se rinunciamo a fare gioco non c'è alcuna possibilità di fare risultato. Un pareggio? Sarebbe molto positivo». Tra i pali, dopo la squalifica, tornerà Muslera. Poi solita linea di difesa a quattro con Diakitè e Radu sulle corsie esterne, con Stendardo e Siviglia nel cuore del reparto. Sulla mediana Brocchi, Ledesma e Kolarov a sostegno del tridente offensivo. «Zarate? È in ottima forma - ammette Reja - ha lavorato bene. Con la Fiorentina avrei voluto impiegarlo, se non ci fossero stati gli infortuni avrebbe giocato almeno mezz'ora. L'ho tenuto fuori per togliergli un po' di responsabilità, cercava di risolvere tutti i problemi dal punto di vista individuale. Ho cercato di estraniarlo per farlo rilassare dal punto di vista psicologico». La Sampdoria ha convocato in extremis Cassano, anche se Del Neri non intende impiegarlo, almeno in avvio. «La Sampdoria è una squadra in salute, che lascia agli avversari poche possibilità di manovra. Contro la Fiorentina abbiamo avuto un calo fisico - confessa l'allenatore laziale - negli ultimi 20 minuti abbiamo sofferto molto. Staffetta? È un'ipotesi da prendere in seria considerazione. Lo scorso anno la Lazio pedalava, aveva ritmi diversi. Ora stiamo lavorando molto dal punto di vista fisico durante la settimana per recuperare, anche se c'è il rischio di perdere qualche giocatore per strada. Ci sono ancora 36 punti in palio, c'è tutto il tempo per raggiungere la salvezza».