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Il cavallo che visse due volte

Iglesias, a sinistra, vince il Gran Premio Firenze 2008

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Sergio Carfagna è un ristoratore di Assisi che mette il cuore tanto nella cucina umbra quanto nei cavalli da corsa. Ma quel lunedì primo giugno 2009 al sentimento non voleva dar retta, magari un'altra disillusione dopo tanta attesa spasmodica. Il cavallo (ritrovato in un canile di Sant'Anastasia, in Campania, legato a un albero) che gli stava davanti magro da far paura, criniera e coda sporche e arruffate, gli zoccoli lunghi e lerci, non l'avrebbe certo abbandonato ma, anche se il cuore gli batteva forte, era veramente il suo Iglesias, rapitogli 67 giorni prima a Cuma, 30 km più in là? Quando il veterinario gli disse che sì, il microchip sottopelle era del baio figlio di Ganimede, abbracciò e baciò quel povero essere che a malapena si reggeva in piedi, lo caricò sul van e se lo riportò a casa. A modo suo, da chi sa far diventare golosi gli inappetenti, l'avrebbe fatto tornare il campione che un anno prima stroncava gli avversari sulle piste di mezza Italia. Iglesias domani sarà a Roma, all'ippodromo di Tor di Valle, nel Premio Toscana (16.20, trio, 2.040 metri, 17.600 euro di montepremi, 9 partenti) per la sua terza corsa dopo il rapimento dell'anno scorso. Ha iniziato in sordina - con l'allenatore di sempre, il cinquantaseienne tedesco Holger Ehlert - a fine gennaio all'ippodromo di Follonica (guidato dal toscano Enrico Bellei) e ai primi di febbraio a Roma (con il finlandese Jorma Kontio) due impegni soft sul miglio, vinti senza forzare. Ora di nuovo la sabbia capitolina per un appuntamento sulla media distanza e qualche avversario fumantino ma con in sulky ancora Bellei, 15 volte Frustino d'Oro italiano e 486 corse vinte (una su tre) nel 2009. «La brutta avventura di Cuma pare non gli abbia lasciato disturbi. Un cavallo da grandi picchi e qualche scivolone. Ha i numeri per riemergere», dice il dottor Giovanni Conti, veterinario, allevatore e driver romano. In Campania, dove era stato rapito, Iglesias era stato portato per ristabilirsi, al mare, da un infortunio avuto nel Gran Premio d'Europa 2008 a Milano. «È nato nel mio agriturismo di Assisi», sbotta Sergio Carfagna, 55 anni, che per questa storia ha ricevuto il premio «Un Amico per la Vita» dalla Provincia di Perugia. «Dei conoscenti lo volevano comprare, ma io l'ho curato da puledrino, è un grintoso con una testa d'oro che in corsa gli fa superare ogni ostacolo. Il nome glielo ha dato padre Danilo Riverberi, un francescano che fino a 26 anni fa era un bancario milanese appassionato del cantante Julio Iglesias e delle corse». Comunque vada, ora Iglesias è di nuovo con l'amico Carfagna che tutte le sere passa a trovarlo nel box. «I cavalli, come i figli» dice l'allevatrice romana Emma Agostini «so' pezzi e' core».

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