L'arma britannica? Un tecnico italiano
Oggiuno dei fattori decisivi di Italia-Scozia sarà il confronto tra i due pacchetti di mischia. Il pack scozzese, ironia del rugby professionistico, è allenato dall'italianissimo Massimo Cuttitta che vivrà una giornata particolare. Grande pilone dell'Italia di Coste con 69 cap all'attivo, oggi vive da pendolare, accumulando più ore di volo del Barone Rosso, come apprezzato tecnico degli avanti: «In effetti la mia settimana è movimentata - spiega divertito - comincio dal lunedì recandomi a Edimburgo, poi vado a Glasgow per occuparmi delle mischie delle due squadre che giocano in Celtic League, quindi vado in Inghilterra dove faccio lo stesso lavoro per il Doncaster, seconda divisione. A questo punto è venerdì, torno a casa per dare una mano a mio fratello Michele nell'impresa di famiglia e ricomincio il lunedì». Davvero strano che un tecnico così apprezzato non trovi spazio in Italia. Con la Scozia lo ha voluto il ct Robinson: «Con lui mi trovo a meraviglia, cura ogni particolare. Gli scozzesi sono molto nazionalisti ma hanno grande rispetto per noi italiani. Per ora sono felice così, ma se ci dovesse essere la possibilità di lavorare a casa non me la farei scappare. Considero questo un periodo di gavetta, poi magari se faccio bene qualcuno si accorgerà». Dovrebbe essere già successo, visti i risultati. Nelle ultime stagioni il lavoro di Cuttitta ha rivoluzionato il rendimento degli avanti scozzesi, migliorati in tutte le aree del gioco: «In Scozia hanno la capacità di valorizzare i giocatori di casa. Edimburgo e Glasgow non fanno giocare stranieri, a prescindere dai risultati. Tutti i giocatori di interesse nazionale sono messi sotto contratto dalla Federazione che ne programma lo sviluppo, così anche i pochi giocatori che hanno rendono al massimo». Beati loro. Cuttitta spiega che partita dovranno affrontare gli azzurri: «Jacobsen ha un fisico limitato ma è un lottatore, morirebbe per la sua patria. Murray è un pilone interessante ma non è al massimo, sarà una battaglia». Niente di nuovo, dunque. Ale. Fus.