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Rugby: Italia, ora o mai più

I capitani delle sei nazionali in gara

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Mentre gli Azzurri della neve collezionano medaglie di legno a Vancouver, a Roma quelli del rugby cercano di evitare il cucchiaio. Oggi al Flaminio (ore 14.30 su Sky Sport2 - differita dalle 16 su La7) Ghiraldini e i suoi uomini affrontano la Scozia in quello che è ormai da anni il match in cui si decide l'ultimo posto del Sei Nazioni. La tendenza delle due squadre è divergente. L'Italrugby sembra in crescita dopo la sconfitta in Irlanda - desolante per mancanza di iniziativa - e quella con l'Inghilterra che ha mostrato un progresso nell'atteggiamento offensivo. Ciò non ha prodotto nè mete nè la vittoria, ma è stato bello sentire il Flaminio infiammarsi per alcune azioni offensive degli Azzurri, soprattutto nel secondo tempo. Basta poco ai vecchi e ai nuovi appassionati per esaltarsi, sarebbe un peccato negar loro anche quello. La Scozia, invece, dopo aver ceduto alla Francia ha incredibilmente gettato al vento la vittoria negli ultimi dieci minuti contro il Galles. Sul suicidio ha pesato senza dubbio la scellerata gestione tattica degli Highlanders, incapaci di addormentare il gioco una volta in vantaggio. L'atteggiamento degli uomini di Robinson non prescinde da continui contrattacchi, spesso scriteriati, e tentativi di gioco al largo senza soluzione di continuità. Del resto, le caratteristiche dei giocatori del cardo sono queste. Combattivi e forti nell'uno contro uno provano a battere gli avversari con un running rugby entusiasmante ma molto dispendioso ed esposto a frequenti turn-over. Difficile per loro cambiare, lecito aspettarsi dagli Azzurri un piano di gioco accorto, costruito per contenere le sfuriate scozzesi, tenere gli ospiti nella propria metà campo con calci tattici e pressione per sfruttarne gli errori. Il tutto dovrà poggiare su una touche affidabile e su una mischia dominante. La battaglia in prima linea sarà uno dei fattori decisivi. Euan Murray, il pilone credente che rifiuta di giocare la domenica, se la vedrà con Perugini e lo stato di forma dei due fa pendere la bilancia a favore del guerriero sannita. Dall'altra parte il combattivo Jacobsen regala centimetri e chili a Castrogiovanni ultimamente sotto l'occhio degli arbitri che lo penalizzano in mischia chiusa oltre il dovuto. Tutto nasce dalle polemiche dichiarazioni del capo degli arbitri O'Brien contro Castro dopo la battaglia di novembre con gli All Blacks: «Le parole di O'Brien stanno condizionando i direttori di gara - ha detto Mallett - succede solo in nazionale. Nel campionato inglese Castrogiovanni è spesso il migliore in campo perché subisce un trattamento più equo». Sia come sia, oggi contro la Scozia il risultato buono per l'Italia può essere solo uno: la vittoria.

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