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Senza difesa

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.Ieri il portoghese ha cercato di correggere il tiro attraverso il suo portavoce: «È stato un gesto travisato - ha commentato Eladio Parames - non aveva nulla a che vedere con l'arbitro, voleva dire una cosa diversa: «Potete anche portarmi via, arrestarmi, ma tanto la mia squadra è forte e vince lo stesso, anche se giochiamo in nove». L'ultima giornata di campionato ha scatenato l'ira dell'allenatore dell'Inter che ieri si è visto squalificare altri due giocatori per il referto presentato dall'arbitro di Terni. Cambiasso paga con due giornate il tentativo di colpire un avversario nel sottopasso durante l'intervallo, due turni anche per Muntari reo di aver rivolto espressioni ingiuriose agli ufficiali di gara al termine della partita: il club nerazzurro ha già presentato ricorso d'urgenza per ridurre le squalifiche dei due e quella del tecnico. «Non ci aspettavamo una stangata del genere - ha commentato il presidente Moratti sul sito ufficiale - il silenzio stampa è dettato dalla volontà di proteggere la squadra». In casa Inter il nervosismo regna sovrano, ma non per Tagliavento, che ha avuto la sola «colpa» di trattare i giocatori in maglia nerazzurra allo stesso modo di quelli del Siena, dell'Atalanta o del Livorno. Mourinho sa bene che la sua squadra sta perdendo quota, ha pareggiato quattro delle ultime sei sfide consentendo alla Roma di recuperare otto lunghezze. I cinque punti di distacco dalla seconda in classifica, in attesa del recupero tra Fiorentina e Milan che potrebbe ulteriormente ridurre il margine fino a meno quattro, preoccupano il sodalizio interista, avvezzo negli ultimi anni a vincere mantenendo una buona distanza di sicurezza. Se Mourinho piange, di certo Collina non ride: il designatore ha una squadra oggettivamente scarsa, gli arbitri sbagliano dall'inizio del campionato, tutte le domeniche, indistintamente. Senza seguire un disegno predefinito di qual si voglia complotto. La misura è colma, il presidente federale Abete e Galliani hanno provato a gettare acqua sul fuoco. «Ogni volta che si va oltre nei gesti e nei toni si crea un'esasperazione che non può essere giustificata solo per la fase che si sta vivendo - ha dichiarato il numero uno della Figc - questa è una fase delicata, ma serve rispetto: l'idea di un calcio sovraeccitato non fa bene. La telefonata con Moratti? È stata una chiacchierata tranquilla, come è nel costume delle chiacchierate tra dirigenti sportivi». Un invito alla calma è stato fatto anche da Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan: «Non è un attacco all'Inter - ha chiarito - ma in generale si fanno troppe dichiarazioni, troppe frasi, troppe cose. Invito i miei colleghi, i dirigenti, gli allenatori e i giocatori ad abbassare i toni». Ma non tutti sono pronti ad accogliere l'invito: Aldo Spinelli, presidente del Livorno, attacca apertamente il designatore e minaccia di ritirare la squadra. «Stare zitti è impossibile - dichiara il massimo dirigente dei labronici - non si possono subire questi torti e non parlare. Va rivisto tutto il settore arbitrale, Collina se ne deve andare. Le piccole squadre sono massacrate dagli arbitri - continua il presidente del Livorno - noi lotteremo qualche altra giornata, poi ritirerò la squadra». La soluzione tecnologica potrebbe essere una via d'uscita come suggerisce il patron dell'Udinese Giampaolo Pozzo. «Non possiamo fare la caccia all'uomo - ha commentato - è arrivato il momento di aiutare gli arbitri con la tecnologia». L'accanimento contro i direttori di gara non é soltanto mediatico, e non riguarda solo i fischietti di prim'ordine: domenica scorsa, durante una partita del campionato giovanissimi regionali, un dirigente ha aggredito un arbitro minorenne, «reo» di aver convalidato un gol in fuorigioco. Il dirigente ha atteso il giovane arbitro a bordo campo, poi lo ha colpito con una gomitata in faccia provocandogli un trauma cranico e diverse ferite al labbro.

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