Lazio beffata a Palermo
PALERMO - La Lazio molle e impacciata perde a Palermo ma sul risultato finale pesano due reti irregolari dei padroni di casa agevolati dall'arbitro Rocchi. Non c'era il rigore del 2-0, l'azione della terza rete è viziata da un fuorigioco di Budan. La sfida si mette subito in salita per i biancocelesti che, come già successo durante la gestione Ballardini, sbagliano l'approccio alla gara. Il gol che, dopo soli 53", l'uruguayano Hernandez infila nella porta del connazionale Muslera spiana la strada al Palermo di Delio Rossi, ex con il dente un po' avvelenato ma solo nei confronti di Lotito. La Lazio ha rischiato, è apparsa poco reattiva in ogni zona del campo, non è riuscita ad arginare le geniali intuizioni di Pastore, fresco della sua seconda convocazione nella Nazionale argentina, nè l'esplosiva freschezza di Hernandez. Quando Zarate ha cercato, come fa di solito, di suonare la carica con i suoi dribbling, non c'è stato più spazio per le illusioni. L'argentino raramente salta l'uomo e, quando ci riesce, trova sempre i compagni fuori posizione. Insomma, un mezzo disastro. La Lazio si fa vedere per la prima volta solo al 43', dopo i gol di Hernandez ed il rigore trasformato da Miccoli, e non grazie a Zarate, ma a Floccari che, dopo un doppio dribbling al limite, conclude fra le braccia di Sirigu. Zarate si vede al 46', ma Sirigu fa sempre buona guardia. Edy Reja, ex rosanero degli anni '70 (ai tempi della presidenza Barbera), si affida a Cruz, ma cambia poco. L'argentino entra dopo l'intervallo e non incide, come Matuzalem, lontano dalla forma d'inizio stagione. Al 5' ci prova Brocchi dai 22 metri e Sirigu questa volta alza in angolo, non senza rischiare una clamorosa autorete. Esce Miccoli (ieri ha ufficializzato di aver comprato lui l'orecchino di Maradona), che ricambia l'applauso del pubblico, per fare spazio al croato Budan, ma è sempre Pastore a giganteggiare fra le linee. Il 3-0 lo firma Nocerino, poi la Lazio sigla il gol della bandiera con un gran tiro di Kolarov che non cambia la sostanza di un confronto forse mai davvero cominciato. O meglio, finito ancora prima di iniziare. La Lazio sprofonda ed esce dal Barbera al grido «tornerete in Serie B» ma il peso delle scelte dell'arbitro Rocchi è un macigno troppo grosso per una squadra con le idee confuse ed equilibri precari. Il rigore che ammazza la partita non c'è, è un carpiato di Miccoli che si butta dopo un invisibile tocco di Muslera in uscita (il portiere salterà la partita di sabato contro la Fiorentina). Per non parlare del 3-0 realizzato dopo un fuorigioco non fischiato a Budan. Episodi importanti ma la Lazio deve metterci più cuore per portarsi fuori dalla zona calda.