Italrugby a testa alta
Roma si è innamorata degli Azzurri. Non poteva esserci giorno migliore di quello dedicato a San Valentino per sancire il definitivo legame tra la città e l'Italia del rugby nonostante la vittoria, 17-12 il punteggio, sia stata strappata dall'Inghilterra. Il luogo del fidanzamento è stato un Flaminio strapieno che ha regalato fiammate di entusiasmo trascinato dalle giocate degli italiani. Nessuno dei 33.000 presenti pretende dall'Italrugby la vittoria a tutti i costi, quella è roba per altri sport. Tutti, però, vogliono potersi entusiasmare per i propri eroi. Addio, dunque, all'Italia presentatasi a Dublino nella veste di vittima designata e spazio alle giocate al largo, con l'ovale ai tre-quarti sostenuti dal resto della squadra. Finalmente palloni veloci sono usciti dai punti d'incontro, la touche ha funzionato e la mischia ha garantito possessi ai mediani. Peccato per qualche imprecisione nei calci tattici, per qualche scelta tattica discutibile e per un errore di placcaggio di Andrea Masi, autore di una prova scintillante, su Monye nell'azione che ha favorito la meta di Tait al 6' del secondo tempo, l'unica dell'incontro. Per il resto una grande Italia ha messo alla frusta i maestri inglesi, dimostrando che la vittoria è ormai ad un passo. Il match si apre con due touche vinte e altrettante perdute, la seconda origina la punizione trasformata da Wilkinson al 10' per lo 0-3. Dopo solo due minuti Mirco Bergamasco risponde dalla piazzola per il 3-3, gli avanti azzurri regalano un pomeriggio difficile ai dirimpettai inglesi. Perfino la terza linea del XV della rosa, fortissima, soffre le pene dell'inferno grazie al solito guerriero Mauro Bergamasco e ad uno Zanni sontuoso. Il numero 8, man of the match al termine, rende più sopportabile l'assenza di un fuoriclasse come Parisse, ed è tutto dire. Il lavoro frutta e al 36' un'altra punizione di Bergamirco regala il vantaggio, 6-3. Perfino il Divino Wilkinson paga dazio all'atmosfera del Flaminio fallendo due piazzati facili, ma prima dell'intervallo mette quello del 6-6. Ad inizio ripresa l'unica sbavatura della difesa azzurra ed una fantastica circolazione di palla tra Armitage e Monye costano la meta di Tait e il 6-11, ma il copione non cambia. Gli Azzurri hanno voglia di giocare, Zanni e Masi suonano la carica e Mc Lean è impeccabile. L'arbitro Berdos, buona la sua conduzione, affibbia un giusto giallo a Castrogiovanni ma grazia Moody. Nonostante l'inferiorità l'Italia non molla e si fa sotto nel punteggio con due piazzati di Bergamasco al 30' e al 37' per il 12-14. Il Flaminio è una bolgia ma Wilkinson ne gela l'entusiasmo con il drop che in pieno recupero fissa il 12-17.