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Rivitalizzati dal cambio tecnico, i biancocelesti vincono a Parma In gol Stendardo e Zarate, un successo prezioso per la salvezza

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NonostanteDe Marco, stravagante e impomatato arbitro di Chiavari, la banda biancoceleste passa al Tardini e conquista tre punti in trasferta dopo quasi sei mesi (ultimo blitz a Verona contro il Chievo il 30 agosto). E ora la classifica fa un po' meno paura anche perché, grazie ai risultati negativi delle dirette concorrenti la banda biancoceleste risale al quindicesimo posto in classifica. Tutti nella ripresa i gol: fondamentale il vantaggio di Stendardo, da cineteca il raddoppio di Zarate sul finire della gara quando il Parma era rimasto in dieci per l'espulsione di Jimenez (insulto all'assistente). Qualche minuto prima, esattamente al 18', l'incerto direttore di gara non aveva visto un salvataggio dentro la linea di porta di Paci con un braccio. Insomma, era rigore, espulsione, gol: tutto ma nessuno della terna si è accorto del clamoroso errore che poteva costare carissimo alla Lazio. Per fortuna poco dopo Stendardo ha messo la testa al posto giusto su un angolo di Kolarov e ridato ai biancocelesti quello che era stato tolto da De Marco. Poi, tanti contropiedi falliti (grave l'errore del laterale serbo che si è fatto ipnotizzare da Mirante nonostante avesse Firmani tutto solo vicino a lui) fino alla rete della sicurezza di Maurito che torna al gol dopo cinque mesi esatti e diciotto partite trascorse sui campi di tutta Italia alla ricerca del guizzo vincente. Qualche sofferenza iniziale solo su Biabiany che ha fallito una rete facile facile che avrebbe potuto indirizzare la partita in un altro modo. Per il resto gara controllata e vinta con merito da una squadra ritrovata nello spirito. La cura Reja funziona perché non capita spesso di vedere Rocchi felice come un bambino al fischio finale di De Marco correre ad abbracciare Zarate, così come osservare la panchina soffrire, incitare i colleghi in campo in tutti i momenti decisivi della partita. Un gruppo ritrovato anche se l'errore più grande sarebbe quello di sentirsi fuori dai guai. Ma in questo senso c'è una garanzia che si chiama Reja. Il tecnico friulano ha riportato serenità all'interno dello spogliatoio di Formello, ha rimesso in squadra giocatori che erano finiti dietro la lavagna, ha avuto il coraggio di rischiare Ledesma fermo da quasi nove mesi e ha avuto una grande risposta dall'argentino. Il registra ritrovato avrà pure sbagliato qualche appoggio ma, quando c'è stato da «raddoppiare» sui compagni in difficoltà, arrivava lui col suo passo fermo e deciso a sradicare il pallone dai piedi degli avversari. Dopo il fischio finale sono spuntati come funghi 300 tifosi laziali nascosti in tribuna per festeggiare con la squadra il prezioso successo. Una gara di grande sostanza: tutti hanno lottato. Dai difensori, da Stendardo a Radu, passando per Biava, a un Brocchi motivato e per certi versi commuovente per l'impegno profuso. Per non parlare di Floccari che ha fallito un gol nel primo tempo, ne ha segnato uno nella ripresa non concesso ma ha saputo regalare agli spettatori del Tardini giocate di qualità. Tutto bene, quindi, una Lazio finalmente tonica che ha saputo violare un campo difficile come quello del Parma dove quattro giorni prima si era dovuta fermare l'Inter. Ora Palermo ma la musica è cambiata. Luigi Salomone

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