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Questa volta la partita giocata dagli Azzurri vale davvero come una vittoria.

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Quelloche si chiedeva alla squadra, dopo la delusione di Dublino, era lasciare negli spogliatoi quel fastidioso atteggiamento di vittima designata al sacrificio e di portare in campo la voglia di stupire, il coraggio di tentare la giocata, la voglia di attaccare. Al pubblico che segue questa squadra basta questo per festeggiare, ed è un tesoro che il rugby italiano non deve gettare al vento. Ieri la folla del Flaminio ha avuto ciò che chiedeva ed è andata a casa felice, c'è da giurare che tornerà più numerosa. Dal punto di vista tecnico la squadra ha giocato una buona partita, naturalmente non priva di errori. A parte il mancato placcaggio di Masi, favorito da un ritardo nella "scalata" difensiva di Castrogiovanni, paghiamo nella gestione dell'ovale a volte l'inesperienza di Tebaldi e spesso il fatto che Gower non sia un 10, mentre sarebbe interessante vedere Masi alle sue spalle nel ruolo di centro ma, per ora, va bene così.

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