Ledesma sì, Zarate no
Untuffo al cuore. L'allenamento di venerdì è finito, la speranza di essere convocato cresce col passare delle ore ma un po' per scaramanzia, un po' per non vivere un'altra cocente delusione, Cristian Ledesma aspetta un segnale. Pochi minuti e riceve la chiamata più bella degli ultimi tempi. Gli consegnano le maglie e le divise ufficiali quelle che in questa stagione aveva visto solo in televisione addosso ai suoi compagni di squadra. Infine la conferma che arriva in un freddo sabato pomeriggio di febbraio dopo tante amarezze: c'è anche lui nella lista dei convocati per Parma, c'è il campo che l'aspetta. Non si deve più tifare sul divano e vedere la Lazio andare sempre più giù, si può giocare: finalmente si parte. Per il contratto c'è tempo, tra qualche settimana si vedrà se ci saranno le condizioni per trovare una via d'uscita insieme con la società. Intanto è importante stare in campo a sradicare palloni agli avversari, a dare l'anima per rialzare la squadra. Qualche giorno fa, quando il reintegro non era affatto sicuro Francelino Matuzalem, uno dei pochi a non fargli mai mancare la solidarietà, gli aveva detto «Dai Cristian, riprendiamoci il centrocampo». Un presagio azzeccato. Il brasiliano non ci sarà a Parma, ma intanto le chiavi della zona mediana Reja le affiderà proprio all'argentino della Patagonia, reduce da una dura battaglia contrattuale con Lotito. Se c'è un argentino che ride, si fa per dire naturalmente viste le abitudini di Ledesma, c'è n'è un altro che sta vivendo il suo momento peggiore da quando veste la maglia della Lazio. Mauro Zarate partirà dalla panchina e la cosa non è accaduta molto spesso da quando è a Roma (tre volte l'anno scorso con Delio Rossi e furono tre sconfitte). Reja ha voluto dare un segnale forte e chiaro, ma punta molto sulla classe dell'argentino per uscire dalla crisi di gioco e di risultati in cui è caduta la squadra biancoceleste. Anche nell'allenamento di rifinitura Reaja ha dato fiducia alla coppia Rocchi-Floccari mentre Maurito stava dall'altra parte a cercare di ribaltare gerarchie che fino quattro giorni fa sembravano consolidate a suo favore. Non segna in campionato dalla fine di settembre e soprattutto è riuscito solo a sprazzi a fare vedere i suoi spunti irresistibili che hanno spinto Lotito a spendere 24 milioni complessivi per entrare in possesso del suo cartellino. A Parma la panchina ma anche la certezza di essere il primo cambio del tecnico, l'uomo decisivo per la rinascita della Lazio.