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Rugby: l'Italia punta su Masi e Bortolami

Un'azione di mischia

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Due cambi obbligati per Mallett. Per la seconda giornata dell'RBS Sei Nazioni di domani contro l'Inghilterra (ore 15.30, diretta tv su SkySport 2/ differita dalle 17.30 su La7) il ct ha dovuto piegarsi alla necessità e alla logica. Nel primo caso, il ritorno da titolare per Marco Bortolami in seconda linea è stato imposto dall'infortunio a Cardlo Del Fava. Durante un allenamento è ricaduto in maniera scomposta dopo un salto in touche riportando la lesione di un menisco del ginocchio destro. Al suo posto, dunque, l'ex-capitano Bortolami che già nel secondo tempo di Dublino si era assunto l'onere delle chiamate sistemando, in parte, la rimessa laterale. L'altro cambio riguarda il ritorno dell'ariete aquilano Andrea Masi: centro di ruolo, dovrà adattarsi a rimpiazzare Robertson all'ala, ma è già qualcosa.  Per molti era risultata incomprensibile la scelta di tenere in panchina l'unico tre-quarti in possesso di qualità fisiche e di «linebreaker» dell'intero organico. Dovrà vedersela con l'ala degli Harlequins Ugo Monye, una freccia d'ebano che mette paura. Per il resto, conferma in blocco per il XV di Dublino. Ad estremo giostrerà Mc Lean, tra i più positivi contro l'Irlanda, dovrà ripetersi sui palloni alti con cui gli inglesi bombarderanno i 22 metri azzurri. Mirco Bergamasco completerà il triangolo allargato mentre ai centri Mallett non vuole toccare la coppia Canale-Garcia. Gower ha recuperato e sarà l'apertura con Tebaldi n.9. Zanni n.8 avrà ai suoi fianchi Mauro Bergamasco e Sole, con Valerio Bernabò pronto a subentrare dalla panchina anche per la seconda linea che sarà composta da Bortolami e Geldenhuys. I piloni Castrogiovanni e Perugini sosterranno il tallonatore Ghiraldini, capitano azzurro. I media britannici danno il XV della Rosa favorito con almeno venti punti di scarto ed è difficile trovare argomenti per dar loro torto. Fondamentale potrebbe risultare la lotta intorno ai punti d'incontro, area del gioco che ha visto l'Italia soffrire a Dublino e dove gli inglesi eccellono. Chiunque può sognare la vittoria ma, miracoli a parte, sarebbe già abbastanza vedere gli Azzurri giocarsi i propri possessi offensivi con l'intenzione di marcare, anziché quella di mantenere semplicemente il possesso dell'ovale come contro l'Irlanda. I 33.000 spettatori del Flaminio meritano di vedere i propri eroi gettare il cuore oltre l'ostacolo. Chiedono solo di esaltarsi di fronte a qualche giocata offensiva, non deludeteli.

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