Solo la corazzata nerazzurra impedisce di sognare
Dibrevissima durata il buonumore del tifo laziale per l'arrivo di tre volti nuovi, subito in campo per la delicatissima partita con il Catania, primo tempo promettente, gol mangiati e pali, poi il dramma con la rete catanese che porta la firma beffarda di Maxi Lopez, nelle intenzioni l'argentino avrebbe dovuto vestire il biancoceleste. Mazzata psicologica, reazione impalpabile, alla fine ennesima, dura contestazione, anche perché i rinforzi non hanno lasciato segni apprezzabili, Hitzlsperger sostituito a metà gara, onesto Biava, non sicurissimo Dias, per il tedesco e il brasiliano l'attenuante del ritardo nella preparazione. Superata dal Catania, in linea con il Livorno in piena zona rossa, la Lazio vede avvicinarsi pericolosamente anche l'Atalanta, lascia perplessi la resa alla prima disavventura. Tutti siamo convinti che in realtà le risorse di cui dispone Ballardini dovrebbero negare i motivi di allarme, però non sono concesse ulteriori divagazioni, anche perché la desuetudine a battersi per così limitati obiettivi può produrre una pressione psicologica deleteria. Alla Roma, incollata davanti agli schermi televisivi, il pomeriggio domenicale aveva regalato autentica estasi, dai piccoli passi del Milan alla frenata brusca del Napoli di Mazzarri dopo sedici risultati utili consecutivi. Una strana partita, quella di Udine, molto discussa la direzione di Damato, ma negli episodi decisivi dell'errore più vistoso aveva tratto beneficio proprio il Napoli, il gol del pari inficiato da netto fuorigioco di Denis. Le lamentele nascono dalla radicata abitudine di interpretare le fasi discutibili secondo valutazioni suggerite dal tifo, anche se è fuori discussioni che il Napoli, in inferiorità numerica, abbia dominato la ripresa, chiudendo in ampio credito con la fortuna, ma fermo in classifica. Anche il Milan, chiamato ad aggredire la barricata bolognese, manca qualcosa sul piano della buona sorte, i pali colpiti legittimano qualche rimpianto, le occasioni più vistose le ispira il transfuga Mancini, meglio nella ripresa sulla sinistra. Ma logicamente non ha motivi di rimpianto l'Inter, le cui fiammate inceneriscono il campionato e riducono a zero quel testa a testa cittadino da molti auspicato per risollevare un minimo di interesse per l'ultima fase di stagione. Nella stagione, il Cagliari mai aveva sofferto una punizione così severa, ai sardi va riconosciuto il merito di avere prodotto gioco e occasioni da gol anche quando il risultato era blindato. Gol bellissimi, fantastico soprattutto Milito ma il protagonista è ancora una volta Goran Pandev, a Roma lievitano di giorno in giorno lo sgomento, e lo sbalordimento, per la sua partenza come pacco dono elegantemente confezionato. La terza consecutiva della Samp in tuta blu mischia un po' le carte in zona Champions, ora i liguri tornano al quinto posto, scivola al settimo la Juventus scavalcata anche al Genoa. Gianfranco Giubilo